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Spezia nel segno di Galabinov, il bomber poliglotta che segna come Ronaldo

Guardi la classifica marcatori e pensi che tutto torna: in vetta, con tre gol in due partite, spiccano i nomi di Cristiano Ronaldo e Romelu Lukaku. Due che non hanno bisogno di presentazioni, che sono stati pagati (tanto) perché i gol li hanno sempre fatti e sono le punte di diamante di squadre che lottano per lo scudetto. E poi c’è il Papu Gomez, leader di un’Atalanta che non partirà per vincere ma state pur certi che ci proverà fino all’ultima giornata. Ma nell’attesa che un altro habitué dei capocannonieri come Ciro Immobile inizi a macinare reti (è fermo a 1), il palcoscenico se l’è preso un bulgaro non esattamente di primo pelo: Andrej Galabinov, protagonista assoluto del debuttante Spezia.

Una famiglia di sportivi

Questo marcantonio di 193 centimetri, nato 31 anni fa nella capitale Sofia, non poteva che fare lo sportivo: ma al contrario del padre Asen, della madre Paulina, del fratello Jordan e dello zio omonimo, lui ha preferito il calcio alla pallavolo. Un’eccezione ma non una mosca bianca, in famiglia: lo zio materno Jordan Filipov, classe 1946, era stato per 15 anni portiere del CSKA Sofia. Nella stessa squadra ha iniziato anche il giovane Andrej, che però la porta ha sempre preferito attaccarla che difenderla.

L’uomo con la valigia

A scandire la sua carriera sono stati gli affetti: all’età di 16 anni entra nel vivaio dell’Omonia Nicosia quando la famiglia si trasferisce a Cipro per seguire papà Asen, che dopo aver lasciato la pallavolo giocata ha iniziato ad allenare. Dopo appena un anno i Galabinov arrivano in Italia e qui mettono radici: per restare vicino ai suoi cari Andrej rifiuta un’offerta del Crystal Palace ed entra nell’orbita del Bologna, dove però non riesce a trovare spazio. Comincia quindi il suo personale giro d’Italia, che in dieci anni tocca Emilia-Romagna, Abruzzo, Lombardia, Toscana, Campania, Veneto, Umbria e Piemonte, tra Serie B e C. Una goduria, per un poliglotta come Galabinov – che oltre al bulgaro e all’italiano parla inglese, russo, greco e serbo e ama vedere i film in lingua originale – , la full immersion nei dialetti locali. La migliore stagione dal punto di vista realizzativo è quella 2013-14, quando con l’Avellino segna 15 gol in 39 presenze. Nei due anni al Novara realizza 25 reti e a 28 anni per lui si aprono finalmente le porte della Serie A.

Un anno da ricordare

L’esperienza al Genoa non è però esaltante, a fine stagione il bottino è di soli 3 gol in 17 partite, il primo dei quali contro la Juventus su rigore: non sufficienti per la conferma. Per il bulgaro è di nuovo tempo di partire, ma stavolta il viaggio è breve: appena 100 chilometri separano Genova da La Spezia, che diventa la nuova casa di Galabinov. Non è un modo di dire: mai in carriera l’uomo con la valigia era rimasto per tre anni nello stesso club. E forse Andrej è uno dei pochi che serberà un ricordo positivo di questo funesto 2020: è stato l’anno del recupero dopo un infortunio al ginocchio, del ritorno al gol, della storica promozione in Serie A (con gol nella semifinale play-off contro il Chievo) e adesso di questo inizio scintillante, in cui in sole due partite ha già eguagliato il suo record di gol nella massima serie.

Quella sfida a Ibra

Ce ne sarebbe per fare i salti di gioia, eppure non un sorriso gli è scappato dopo aver segnato al Sassuolo e all’Udinese (prima doppietta in A, che ha regalato una storica vittoria ai liguri): sguardo serio, da duro, e braccia conserte. Quasi a voler dire “Beh, che c’è di strano? Sono un attaccante, sono pagato per fare questo”. Un atteggiamento che a qualcuno avrà ricordato Zlatan Ibrahimovic, che non a caso è il suo idolo e che da sempre sogna di sfidare. Non c’è riuscito con la maglia della nazionale bulgara perché lo svedese aveva già dato l’addio alla sua selezione, quindi la data cerchiata in rosso sul calendario era quella del 4 ottobre, giorno di Milan-Spezia. Ma ancora una volta Galabinov dovrà rinviare l’appuntamento: il coronavirus ha messo fuori gioco Zlatan. Si rivedranno, salvo ulteriori scherzi del destino, per San Valentino. E magari il bulgaro non sarà ancora più in alto dello svedese nella classifica marcatori ma per lui sarà comunque un evento memorabile: playlist con Black Sabbath e AC/DC nel prepartita per caricarsi, scambio di maglia al fischio finale. E nel mezzo, una battaglia tra giganti.

Fonte www.repubblica.it

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