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Tennis, denuncia Koolhof: “Per Us Open se moriamo è colpa nostra”

NEW YORK – “Forse dovrei iniziare a leggere meglio gli atti di rinuncia da ora in poi”. Il nuovo polverone sugli Us Open si alza sui social network. Il tennista olandese Wesley Koolhof ha infatti pubblicato sul proprio profilo Twitter un estratto del documento che l’organizzazione dello slam statunitense sta facendo firmare ai giocatori che prenderanno parte al torneo. Stando a quanto si legge nel testo, l’organizzazione chiede ai giocatori di dichiararsi consapevoli dei rischi connessi alla partecipazione agli Us Open durante la pandemia da coronavirus. Tra i potenziali rischi indicati, oltre ai problemi respiratori e alla potenziale trasmissione del virus a familiari e amici, figura anche il termine “morte”.

Sempre secondo il documento, anche solo entrare all’interno di Flushing Meadows e negli hotel delegati a ospitare i tennisti può costituire un pericolo per la salute degli atleti e per le persone con cui i suddetti verranno in contatto. Lo slam, che ha già visto rinunciare atleti di primo livello come Rafa Nadal, ha già dovuto affrontare le proteste da parte dei tennisti per l’obbligo, in caso di presenza negli Stati Uniti, a una quarantena di 14 giorni una volta rientrati in Europa, situazione che renderebbe enormemente complessa la preparazione per il Roland Garros, previsto a due settimane dalla fine del torneo americano.

Fonte www.repubblica.it

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