TORINO – Nell’inversione di tendenza che sta attraversando il Toro, non guardando a una classifica che vede i granata di un punto sopra la soglia critica, ma verificando la capacità di reazione della squadra nelle ultime tre gare, si leggono tanti fattori. Il primo e più prosaico è la iella che ha perseguitato Giampaolo e che con Nicola si sta trasformando in buonasorte. Non è certo la principale delle ragioni, ma se Zaza a Benevento trova il pari al 93’, e se contro l’Atalanta la rimetti in sesto dopo aver preso tre gol in 7’, è anche perché la fortuna ha deciso di orientarsi in direzione opposta e contraria. Dopo che, solo per ricordare due casi emblematici, contro il Sassuolo il Toro era avanti di due reti a 6’ dalla fine (pazzesca la conclusione di Chiriches, un difensore, che era valso il temporaneo 2-3) e con la Lazio conduceva fino al 94’, ma aveva fatto in tempo a incassare il gol del pari e pure quello del definitivo svantaggio.
Toro, Bonazzoli su e giù per destino
Amnesie
No, a Giampaolo non è decisamente girata bene, questo è assodato. Detto questo, sarebbe assai limitante concentrare l’attenzione unicamente sulla Dea Bendata. Il tecnico abruzzese un po’ se la cercava, come adesso Nicola è carezzato da un pizzico di fortuna perché se la va a prendere. Evidente, ad esempio, la differenza nell’interpretazione della fase difensiva. Mica è ancora guarito, il Toro, dalle amnesie singole e collettive che anche nelle ultime tre prove sono costate 6 gol. Una volta Lyanco respinge centralmente dando il la a Viola per l’azione dell’1-0 (a Benevento), un’altra (e qui la responsabilità è elevata al cubo) tocca a Sirigu combinarne una più di Bertoldo. […]
Leggi l’articolo completo sull’edizione odierna di Tuttosport
Fonte tuttosport.com