Contro un attacco atomico. L’Atalanta, infatti, sino ad oggi ha realizzato 45 reti, secondo miglior bottino in Serie A dopo quello dell’Inter che di reti ne ha fatte 49. Una sfida improba a Zapata, Ilicic e Muriel, veri animali da gol; ma non solo loro, visto che nella squadra di Gasperini tutti vanno a bersaglio con una certa continuità. Ne fermi uno e spunta l’altro. Fermi l’altro e ne arriva uno nuovo, magari dalla difesa. Per Salvatore Sirigu, dunque, si prospetta un sabato pomeriggio da incubo considerando che la difesa granata è una delle più bucate del torneo con 38 “pere” sul groppone. Solo il Crotone ha fattopeggio con 46 ed è tutto dire. Statistiche alla mano, c’è da preoccuparsi. Ma davanti a questi numeri inquietanti, (ri)emerge un aspetto confortante. Non è ancora tornato quello di un tempo, cioè il SalvaToro che parava l’impossibile permettendo al Toro di non crollare, ma Sirigu ci sia poco alla volta riavvicinando. Se non ci fosse stato lui (e Belotti, ovviamente), lo scorso anno il Toro sarebbe retrocesso. In questa stagione il numero uno – anzi, 39 – granata, sempre difeso da Giampaolo (che pure, nella sua fase peggiore, lo ha tenuto fuori per due partite di campionato consecutive) e adesso esaltato da Nicola, ha passato momenti difficili. A un certo punto sembravano non esserci vie d’uscita alla crisi, tant’è che era finito pure lui nel mirino dei tifosi, per i quali era diventato uno dei principali colpevoli di questa stagione nefasta. Ma quando tutto sembrava compromesso, il portiere sardo ha reagito come solo i grandi campioni sanno fare. Di sicuro è scattata la molla azzurra. Voleva e vuole dimostrare a Mancini di essere ancora pronto e valido per far parte del gruppo che a giugno salirà sul charter che porterà la squadra a disputare, stavolta da favorita, i campionati europei.
Fonte tuttosport.com