TORINO – Che Chiacchio, l’avvocato del Toro, sostenga di aver depositato «più atti e diversi documenti che non lasciano adito a interpretazioni controverse», da un punto di vista soggettivo potrebbe rientrare nel gioco delle parti e dunque lasciare il tempo che trova. Almeno laddove si cerchi di individuare una verità assoluta, o comunque oggettivamente inconfutabile, indiscutibile: qualcosa che difficilmente esiste nella vita, figuriamoci nel calcio.
Le parole di Gravina
Senonché, a distanza di giorni, montate le polemiche per le reazione delle controparti (non c’è solo la Lazio: vedi le dichiarazioni invero un po’ ballerine del tecnico del Parma, D’Aversa), moltiplicatesi le perplessità da parte dei tifosi anche neutrali che non capiscono come si possano nutrire dubbi su una vicenda nitida come questa (cioè il Toro impossibilitato a giocare fino a martedì scorso per disposizione dell’autorità sanitaria), ieri a Roma si è esposto una seconda volta il presidente federale per ribadire che l’ultima parola in caso di focolai Covid spetta alle Asl competenti. Una delle quali, appunto, 4 giorni fa ha impedito esplicitamente alla squadra di Nicola di recarsi a Roma per disputare la partita contro i biancocelesti.
Fonte tuttosport.com