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Tour al via tra pioggia e cadute: Kristoff vince lo sprint e conquista la maglia gialla

Alexander Kristoff vince il primo sprint e conquista la maglia gialla, mentre Thibaut Pinot già deve leccarsi le ferite. Il Tour de France è finalmente partito. Già è qualcosa, visti i ritmi di tutto ormai dettati dal Covid, vista la situazione in peggioramento in Francia e ascoltate alcune frasi della vigilia che si spera non siano profetiche: “Proveremo ad arrivare a Parigi, ma nessuno sa cosa succederà..” (cit. David Brailsford, il team manager della Ineos-Grenadiers, la squadra del campione uscente Bernal). Detto questo, il Tour fa il Tour, perfido e spettacolare sin dal primo giorno.  E c’è anche parecchio pubblico ai bordi delle strade, a testimonianza che il ciclismo a porte chiuse è roba relativa. Il clima è quello plumbeo della Parigi-Nizza, una delle poche corse che si è salvata a marzo. Pioggia e cadute a catinelle: alcune terribili, come quella di Miguel Angel Lopez, che va a schiantarsi contro un palo e non si fa male solo per caso. Altre che sanno di beffa: Pinot cade quando potrebbe stare abbastanza tranquillo nelle posizioni di rincalzo. Accade a 2700 metri dall’arrivo, a tempo neutralizzato: fosse accaduto 300 metri prima, uno dei favoriti per la vittoria finale sarebbe già fuori. Tanta roba in un momento in cui la sicurezza è un tema caldissimo dopo l’incidente di Evenepoel al Lombardia. Non è bastata neanche la decisione del gruppo di calmierare il ritmo per evitare il peggio e tornare a far sul serio solo per la volata.

Pinot a terra in prossimità del traguardo

In un momento così delicato per il ciclismo è Nizza ad abbracciare il Tour. Lo farà per tre giorni, riannodando un filo di antichissima fattura. La prima volta ci arrivò nel 1906: vinse René Pottier, che poi vinse anche quel Tour ma l’anno seguente determinò tragicamente il suo destino. Morì suicida per amore: sembra avesse scoperto il tradimento della moglie, avvenuto proprio mentre correva la Grande Boucle. Il percorso è altimetricamente banale, eppure in parecchi rischiano. Colpa della discesa dalla Cote de Rimiez (difficoltà da cavalcavia con il sole) ma non solo. In discesa se la vede brutta uno dei più attesi dai francesi, Julian Alaphilippe. Vanno giù anche Giacomo Nizzolo (campione italiano ed europeo in rapida successione, uno dei favoriti), Pavel Sivakov (il numero 3 della Ineos dopo Bernal e Carapaz, a terra due volte), gli australiani: sono in due – Porte ed Ewan, mai così pochi dal 2001 – ed entrambi vanno per terra.

È il momento in cui serve uno sceriffo che induca tutti alla calma. La faccia di Toni Martin è più da sergente, ma va bene lo stesso. Il tedesco consiglia il ritmo da amatori e tutti o quasi obbediscono. Il quasi sono tre dell’Astana: se ne fregano e vanno a tutta, a riportarli a miti consigli il citato palo preso in pieno da Miguel Angel Lopez. Detto che George Bennett riesce a cadere anche a 20 orari (è un luogotenente di Roglic e Dumoulin, non è la giornata dei numeri 3), si torna a fare sul serio ad una ventina di km dall’arrivo. Rituale da volata. Le squadre dei velocisti impegnate a neutralizzare chi cerca l’anticipo. Prova solo Cosnefroy, ma è lo spazio di un amen. Nizzolo c’è, lo aiuta Boasson Hagen. Il campione europeo è abbastanza solo (lo aiuto Boasson Hagen) ma uno spazio se lo guadagna: peccato che glielo chiudano Pedersen e Bol. Nessuno dei due però la spunta: tocca a Kristoff.

Sullo sfondo il numeroso pubblico presente a Nizza

Il norvegese vinse una Sanremo in condizioni simili, evidentemente questo clima gli porta bene. “Sono orgoglioso di quello che ho fatto, dopo il gran lavoro della mia squadra nell’ultimo chilometro mi sono ritrovato da solo. Non ero in perfette condizioni, sono caduto agli Europei ed arrivavo qua senza risultati – ricorda il corridore della UAE-Emirates al traguardo – logicamente non ero molto considerato per la vittoria”.Fonte www.repubblica.it

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