SPEZIA – Una squadra che non è mai stata in serie A eppure mostra orgogliosa sulla maglia uno scudetto. Che nel 2008 ha ricominciato dalla serie D e negli ultimi 6 anni per 5 volte è andata ai playoff: perdendo sempre. Ci sta provando ancora, dopo aver chiuso al 3° posto in campionato, e adesso in città fanno tutti gli scongiuri perché pare una maledizione. Anche se ormai sembra fatta: all’andata lo Spezia ha vinto a Frosinone (gol di Gyasi), e addirittura gli basta essere sconfitto con una sola rete di scarto. Però gli avversari hanno imparato a vendere cara la pelle, e già la settimana scorsa sono riusciti a ribaltare tutto a Pordenone. Che emozione.
Scaramanzia e corte sul golfo
Provate a chiedere un pronostico al comico Dario Vergassola, grande tifoso degli aquilotti: “Stasera c’è una partita? Davvero? Io non ne so nulla”. Scaramantico. Alle 21.15 (diretta Rai Due, Radio Rai e Dazn) la sfida per il terzo posto in paradiso, dopo le promozioni di Benevento e Crotone. Si gioca a porte chiuse al ‘Picco’, davanti al golfo ligure e all’Arsenale della Marina. Alle sette di sera la squadra di casa lascerà l’albergo dove si sono dati appuntamento i giocatori, e tremila tifosi in scooter scorteranno il pullman fino allo stadio. Resteranno fuori, in attesa, mentre in centro sono stati montati diversi maxi-schermi. “Siamo alla vigilia di un sogno”, confessa il sindaco Pierluigi Peracchini, che farà distribuire migliaia di mascherine e con una ordinanza ha vietato gli alcolici fuori dai locali per tutta la sera fino a notte fonda, chiudendo alle automobili alcune strade del centro. “Colora di bianco la città”: è lo slogan con cui sono stati imbandierati tutti i balconi, riprendendo le maglie della squadra. Sì, ci si prepara alla grande festa, ma che paura.
Nesta: “Facciamo l’impresa”
Vincenzo Italiano, tecnico degli spezzini, schiera un 4-3-3 molto aggressivo, fatto di una ragnatela di passaggi con verticalizzazioni improvvise: dicono che in questa stagione abbia espresso il miglior calcio della serie B, in classifica ha chiuso al 3° posto e nelle semifinali dei playoff ha superato il Chievo Verona (0-2, 3-1). “Dobbiamo mettere da parte ansie, timori: essere lo Spezia, e basta”. Dall’altra parte c’è Alessandro Nesta, che il prossimo anno vorrebbe tanto fare compagnia agli altri azzurri del mondiale 2006 (Pirlo, Gattuso, Inzaghi): il suo Frosinone aveva terminato il torneo all’8° posto, l’ultimo utile per i playoff, e negli spareggi ha superato prima il Cittadella e poi il Pordenone. Scommette sul 3-5-2: “In queste settimane abbiamo speso più dello Spezia, ma non abbiamo paura: si può fare l’impresa. Dovremo essere aggressivi fin dall’inizio e capitalizzare tutte le occasioni”.
Lo scudetto degli aquilotti
Sulle casacche degli aquilotti compare un tricolore col trofeo della guerra stilizzato. E’ quello che celebra il titolo vinto nel 1944 con la squadra dei Vigili del Fuoco, battendo in finale all’Arena di Milano il Grande Torino (doppietta di Angelini, Piola per i granata). E all’interno del colletto, le parole di Paolino Ponzo, indimenticato ‘eroe’ spezzino: “Ogni calciatore che veste questa maglia deve sentirsi da una parte onorato, dall’altra fortemente responsabile per ciò che rappresenta”. Un secolo e passa di storia – anno di fondazione: 1906 -, è stato protagonista di un paio di stagioni importanti tra il 2005 e il 2007, quando è riuscito a battere Genoa, Napoli e la Juventus a Torino. Sconfitto invece dai debiti, il club era ripartito dalla D nel 2008. Allora Gabriele Volpi aveva promesso: “In 10 anni vi porterò in serie A”. Il presidente dei liguri potrebbe essere stato quasi di parola. Ma il Frosinone non sembra essere d’accordo.
Fonte www.repubblica.it