Una serie A con i Playoff. Potrebbe esserci questo nel futuro del calcio italiano. Per ora – come si affretta a chiarire Panorama – è solo una idea, ma potrebbe trasformarsi in realtà se le società la facessero loro. Del resto il governo, in questo travagliato periodo di emergenza covid, ha messo nelle mani della FIGC la possibilità di stabilire deroghe riguardo al campionato.
Non è del tutto escluso dunque che il presidente Gabriele Gravina dia corpo davvero a una massima serie con squadre divise in gironi e fase finale di playoff e playout.
Si tratterebbe di una soluzione forzata dalla necessità di far fronte alle date di un campionato in cui si tornerà ai format normali, ma ci saranno anche da considerare le gare della nazionale, quelle della Champions e della Uefa.
Il calendario, compito arduo
Fare un calendario allora diventa compito arduo. O si riparte il 12 settembre o – come evidenzia Panorama – sarà difficile davvero stilarlo. Del resto però non tutti concordano in quanto molti club sono impegnati in Europa e finiranno l’attività ad agosto inoltrato.
Gabriele Gravina presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Ansa)
Come portare avanti 38 partite allora? Forse sacrificando la pausa di Natale. Ma sembra cosa improponibile. E quindi l’unica possibilità potrebbe essere proprio quella di snellire il campionato. Magari suddividendolo in gironi da 10 squadre con andata e ritorno da 18 turni, cui si potrebbero sommare i playoff per 12. Assegnando lo scudetto, e i playout per le ultime 8.
Le televisioni e i club
Non bisogna dimenticare tuttavia – come segnala puntualmente il settimanale – che bisognerebbe convincere anche le televisioni che hanno pagato per 380 gare. Inoltre non tutte le società, probabilmente, sarebbero d’accordo. Difficile dunque pensare che l’ipotesi divenga davvero realtà.
Alla fine la vera funzione di questa idea – come nota il quotidiano – potrebbe rivelarsi quella di mettere pressione agli interessati per ripartire in fretta, visto che qualche presidente di serie a storce il muso sulla eventualità di riprendere a metà settembre. I tempi insomma sono limitati, anche perché a inizio di quel mese ridiscendono in campo anche le nazionali.
Il protocollo
Intanto Gravina cerca di tirare per la giacca anche il comitato tecnico scientifico sulla questione protocollo, che sicuramente va rivisto.