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Vela, per la Vendée Globe partenza sotto bavaglio: un italiano tra i giganti dell’oceano

Il pubblico che ci sarà, prima di tutto. L’ultima partenza, nel 2017, era stata salutata e sospinta da oltre un milione e mezzo di appassionati da tutta la Francia e oltremanica, quest’anno invece “al Villaggio della regata non potranno essere ammessi più di cinquemila spettatori, tutti prenotati, registrati e con l’obbligo di presentare un test negativo datato entro le 72 ore precedenti”. Con previsto un imponente cordone sanitario il giorno clou dell’immenso assembramento per salutare il via.

A meno di ripensamenti dell’ultimo minuto e nuovi lockdown, la regata dei Grandi anche quest’anno si correrà. Dopo mesi di virate oratorie, di stop and go, di “si parte, no, niente rischi, si resta in porto”,  giovedì scorso i francesi hanno sciolto gli indugi e hanno annunciato che la nona edizione del Vendée Globe, il giro del mondo in solitario e senza scalo, dove ogni quattro anno ti giochi la vita, l’onore e la gloria del Grande Blu, nonostante tutto partirà lo stesso, anche se sotto bavaglio.

Il via sarà l’8 novembre, alle 13,02, al largo di Sables d’Olonne nella regione atlantica della Vandea, con anche un record di partecipazione di skipper. Dopo la circumnavigazione, faranno rientro nella stessa città francese dopo 70 / 100 giorni di navigazione senza altre condivisioni umane che non gli immateriali contatti radio. Nel mezzo, tanta tenacia, coraggio e resistenza, dovranno superare gli oceani, i tre grandi Capi, le tempeste, gli iceberg: 33 capitani di nove nazionalità diverse, di cui sei donne, un marito che corre contro la propria moglie e un campionissimo portatore di handicap, pronti a cimentarsi nell’Everest della vela. C’è anche un italiano in gara, Giancarlo Pedote, come non accadeva da anni. Fiorentino, 45 anni, con un carnet pieno di vittorie, Pedote è partito da una tavola di windsurf ed è arrivato sulla linea di partenza della Vendée Globe dopo una laurea in filosofia, due libri di successo (“Il Manuale dello Skipper” e “Il Manuale del Velista”) e innumerevoli regate e vittorie a bordo di imbarcazioni diverse (Mini 6.50, Figaro Bénétéau, Class 40, Classe Multi50, Moth, oltre a derive e cabinati vari). Vive a Lorient, in riva all’oceano. Ottavo alla recente Vendée-Arctique-Les Sables d’Olonne, Pedote è a bordo dell’Imoca Prysmian Group, barca non nuovissima ma con un ottimo pedigree, è arrivata quarta alla precedente Vendée.

Giancarlo Pedote, 44 anni (foto di Andrea Falcon)

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La gran parte dei marinai si è incontrata nei giorni scorsi al Palais Brongniart di Parigi per la presentazione ufficiale di questa edizione 2020/2021, mantenuta fra tanti scongiuri nonostante la crisi sanitaria. Tutti con mascherina e molto distanziati. 18 i velisti debuttanti e otto quelli corrono a bordo di barche di nuova generazione, quelle che volano sull’acqua con i “baffi”, alettoni curvi che spuntano dallo scafo e che sollevano la barca  come un aliscafo. “Strano, vero? Questa è l’edizione migliore in termini di numeri, sono molto felice di dare il benvenuto a sei donne, non ce n’erano nella precedente edizione 2016/2017, le nazionalità rappresentate sono nove, abbiamo tutti gli ingredienti per una grande gara”, scandiva in videoconferenza Yves Auvinet, presidente del Consiglio dipartimentale della Vandea e della SAEM Vendée, organizzatore della gara, in isolamento perché stato considerato un caso di contatto con Covid-19. E gli skipper avranno una quarantena di 7 giorni prima della partenza ma molti di loro hanno già indicato che rimarranno isolati per molto di più.

I numeri dell’evento: si corre su  monoscafi classe Imoca (lunghi poco più di 18 metri), la circumnavigazione teorica è lunga di 40.075 chilometri (21.638 miglia nautiche). L’ ultima edizione (2016/2017), con 29 velisti, è stata vinta dal francese Armel Le Cléac’h (Banque Populaire) con una cavalcata eccezionale lunga 74 giorni e 3 ore e un duello fino a poche miglia di distanza con un altro fuoriclasse, il britannico Alex Thomson. Il bretone non difenderà il titolo, il gallese invece ci riproverà di nuovo, sempre con la celebre barca tutta nera Hugo Boss e due podi nelle ultime due edizioni, 3° nel 2013 e 2° nel 2017.

Tra le barche con i foil, uno dei favoriti è anche Jérémie Beyou (Charal) alla sua quarta Vendée Globe:  “Non è ancora come al solito, siamo stati rinchiusi per due mesi, aggiungiamo ulteriori vincoli. C’è qualcosa di diverso, faremo una vita più simile a un astronauta” dichiara Beyou e un altro marinaio al timone di un “foiler” e di origine Sablais, Sébastien Simon (Arkéa – Paprec) prevede di fare ben più di sette giorni di quarantena per non rischiare di compromettere il suo primo Globe.

Quest’anno ci sono 18 ‘bizuths’, velisti esordienti del giro. E anche in questo caso si tratta di un numero record; tutti loro, comunque, hanno accumulato, nella loro carriera velica, moltissime miglia e titoli. Il più giovane è lo svizzero Alan Roura, 27 anni, il più “anziano” è il veterano Jean Le Cam (col geniale nome della barca, Yes we Cam!) a 61 anni sulla linea di partenza per la quinta volta. Damien Seguin, pluricampione del mondo e medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Atene 2004 e Pechino 2008, è privo della mano sinistra. La britannica Samantha Davies (Initiatives Coeur) avrà tra gli altri rivali il marito, Romain Attanasio (Pure – Best Western).

E si parla anche di ambiente: la Vendée Globe e la Commissione Oceanografica Intergouvernemental (IOC) dell’UNESCO firmeranno un accordo per raccogliere dati relativi all’oceano e all’atmosfera. Più di un terzo degli skipper della flotta porterà a bordo strumenti per effettuare letture e misurazioni. Più veloci e più “temerari” delle tradizionali navi scientifiche, i monoscafi , durante le loro circumnavigazioni, raggiungeranno aree dell’oceano scarsamente servite dal traffico marittimo regolare e forniranno dati preziosi ai ricercatori.
 
Ancora Auvinet: “Siamo consapevoli di vivere una situazione senza precedenti, un grande sconvolgimento, ma dobbiamo essere ottimisti. Il Vendée Globe, in questo particolare contesto, è un simbolo bellissimo: vuol dire che tutti noi manteniamo la rotta, rimanendo fiduciosi nel futuro e prendendo il largo nonostante le difficoltà. La nostra prudenza non deve diventare inattività. Ecco perché stiamo lavorando con tutti i nostri partner perchè la nostra regata sia un successo”.
 

Fonte www.repubblica.it

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