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Volpi, il presidente riluttante che ha fatto grande lo Spezia

SPEZIA – “Speriamo che ora Volpi ci compri Messi”. “Speriamo invece non venda lo Spezia, per comprarsi un’altra squadra”. Nel dialogo a fine partita tra un giornalista locale e un dipendente del club ligure, mentre nel cortile del ‘Picco’ attendono l’uscita dei giocatori, c’è tutto il destino delle Aquile del golfo. Appena salito in A, dopo 114 anni di storia, lo Spezia attende con trepidazione il prossimo passo del suo patron, l’imprenditore Gabriele Volpi.

L’italiano più ricco d’Africa. Uno che da 3 anni non va allo stadio (per scaramanzia, pare) e ieri sera ha seguito la partita a bordo del suo yacht, il Boadicea, davanti alla Costa Smeralda. Uno che nel 2008 aveva rilevato la squadra, precipitata in serie D e travolta dei debiti, promettendo: “In 10 anni vi porterò in serie A”. Ci ha investito almeno 40 milioni di euro, anche se dopo qualche stagione sembrava già stufo di questa avventura: dal 2016 ha smesso di essere prodigo come prima.

E la pallanuoto, il suo grande amore? E’ nato 77 anni fa a Recco e ci giocava da ragazzo, così nel Duemila si è preso la storica squadra di Eraldo Pizzo, il Caimano, ha fatto saltare il mercato acquistando tutti i più forti giocatori del mondo e dal quel giorno in acqua è diventata una dittatura: la Pro Recco ha vinto 15 scudetti (di cui 14 consecutivi) e 6 Champions, tanto per dire. Pazienza per l’inchiesta della Tributaria sui pagamenti in ‘nero’ dei campioni, formalmente dei dilettanti. Ahia: da qualche tempo anche a bordo della piscina sul Golfo Paradiso lo si vede sempre più di rado.

Gabriele Volpi è stanco dei suoi vecchi giocattoli, è desideroso di averne uno nuovo? O è pronto a tornare ad investire in maniera pesante sullo Spezia – a proposito: ha promesso un milione di premio extra ai suoi giocatori – per farlo diventare come minimo il club più importante della Liguria e vincere i prossimi derby con Genoa e Sampdoria? E’ ancora da chiarire la sua posizione rispetto alla gestione del Verona: 3 anni fa ha prestato 10 milioni di euro a una società di Massimo Setti, formalmente presidente del club scaligero. Il debito nel frattempo sarebbe salito a 18 milioni. Attenzione, perché non si possono avere interessi contemporaneamente in 2 squadre in serie A.

Ci sarebbe anche l’Arzachena Calcio, ma gioca in D: a dirigerlo ci ha messo Maurizio Felugo, pallanuotista con più di 300 presenze in Nazionale e presidente della Pro Recco, coinvolto sempre con Volpi – più il banchiere Gianpiero Fiorani, consigliere e compagno d’affari dell’imprenditore – in un’altra indagine poi archiviata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tesseramento fittizio di alcuni minori provenienti da una scuola calcio nigeriana (storia patteggiata con la Figc: 60.000 euro di sanzione). 

 Volpi avrebbe un patrimonio di almeno 3 miliardi di euro. A Recco era un giovane operaio, poi rappresentante farmaceutico: più di 40 anni fa è finito in Nigeria ad occuparsi di logistica e trasporti. Ha fatto una straordinaria fortuna, grazie a legami strettissimi a livello economico e politico in Africa. “Imprenditore e dirigente sportivo italiano naturalizzato nigeriano, con interessi nella logistica petrolifera, nello sport”, è scritto di lui su Wikipedia. “Immarcabile”, dovrebbero aggiungere: perché non si sa mai quale sarà la sua prossima mossa.

Da alcune settimane negli ambienti del calcio si parla di due cordate – una italiana, l’altra internazionale – disposte a rilevare lo Spezia Calcio: la società ha fatti sapere che non vale nemmeno la pensa di smentire, vista la “infondatezza” delle voci. Sarà. Altrettanto infondata (?) è l’ipotesi secondo cui Volpi sarebbe interessato alla Sampdoria. Oppure sta pensando a prendere Messi, rispettando quella vecchia promessa di 12 anni fa – “Andremo in serie A, ma senza infastidire le Grandi: ci basta la metà classifica” – ma togliendosi la soddisfazione di battere le genovesi nel campionato che comincia tra meno di un mese? 
 

Fonte www.repubblica.it

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