Chi non ha mai sentito parlare di intelligenza artificiale (AI) alzi la mano o, meglio, risponda con un click del mouse.
Bene, nessun click, nessuna alzata di mano come supponevo!
Scherzi a parte, ho avuto modo di ascoltare negli ultimi tempi le più svariate risposte sull’AI dai passanti, nei BAR e in TV, a conferma che se ancora non siamo completamente coscienti degli impatti che l’intelligenza artificiale avrà nel nostro quotidiano vivere, almeno ne parliamo.
Le prime domande sul tema le ho sottoposte ad una chatbot, per avere una risposta direttamente dai primi software attualmente disponibili, che simulano ed elaborano le conversazioni umane. Le chatbot ci danno la possibilità di interagire con questi nuovi dispositivi digitali e danno a noi l’impressione di comunicare come se avessimo di fronte una persona reale.
Queste sono state le risposte alle mie due domande.
D: Cosa è per te l’AI?
R (chatbot): “… per me, come intelligenza artificiale, l’AI è un campo dell’informatica e della scienza che si occupa di creare sistemi o programmi in grado di eseguire compiti che normalmente richiedono l’intelligenza umana. L’obiettivo principale dell’IA è quello di sviluppare algoritmi e modelli che permettano a una macchina di apprendere dai dati, trarre conclusioni, prendere decisioni e svolgere azioni in modo autonomo o semiautonomo. L’AI può essere divisa in due categorie principali: 1. AI debole (AI applicata): Questa categoria di AI è focalizzata su compiti specifici e ristretti. L’obiettivo è creare sistemi che siano esperti in un’area particolare, come il riconoscimento vocale, il riconoscimento facciale, la traduzione automatica, il gioco degli scacchi o la guida autonoma. L’AI debole non possiede coscienza o comprensione di sé, è vincolata al contesto in cui è stata programmata o addestrata. 2. AI forte (AI generale) …”.
D: che cosa è l’AI forte?
R (chatbot): “… L’AI forte (Strong AI), nota anche come Intelligenza Artificiale Generale (AGI – Artificial General Intelligence), è un concetto teorico nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale. Si riferisce a un tipo di intelligenza artificiale che possiede una capacità di comprensione, apprendimento e ragionamento comparabile a quella umana e che può eseguire con successo qualsiasi compito intellettuale che un essere umano possa fare. L’obiettivo dell’AI forte è quello di creare un’intelligenza artificiale che non sia solo specializzata in un compito specifico, ma che sia in grado di affrontare una vasta gamma di compiti e di tutte le nuove situazioni in modo flessibile, proprio come fanno gli esseri umani. Questo tipo di AI avrebbe una vera comprensione del mondo, con capacità di apprendimento autonomo, generalizzazione delle conoscenze e risoluzione di problemi complessi. Alcune caratteristiche distintive dell’AI forte includono: elevata capacità di apprendimento che consentirebbe di acquisire nuove conoscenze e abilità attraverso l’esperienza e l’osservazione, migliorando nel tempo senza bisogno di essere ri-programmato...”.
Devo ammettere che leggendo la risposta sulla AI Forte, un po’ di ansia potrebbe assalire me che sono un lettore medio e tanti altri come me perché, come amichevolmente mi risponde la chatbot, l’obiettivo dell’AI forte è quello di “… creare un’intelligenza artificiale che non sia solo specializzata in un compito specifico, ma che sia in grado di affrontare una vasta gamma di compiti e di tutte le nuove situazioni in modo flessibile, proprio come fanno gli esseri umani. ..”.
Mi ha un po’ preoccupato la parte finale della frase dove si dice che l’AI sarà in grado di affrontare una vasta gamma di compiti e di situazioni in modo flessibile, proprio come fanno gli esseri umani.
In effetti navigando nel web, in acque sempre più profonde e perigliose, ho scoperto che sono davvero molte le persone che stanno lanciando gridi di allarmi riguardo ad un possibile rischio di distruzione dell’umanità causata da nuove forme super intelligenti di AI.
Cosa ci sarà di vero? La mente ci riporta indietro nel tempo quando diversi film di fantascienza anticipavano alcune delle potenzialità dell’AI che oggi si stanno concretizzando in realtà e disponibilità di uso quotidiano.
La fantascienza anticipa la realtà, a volte… anche perché utilizza idee e ricerche che sono in stato embrionale nell’attesa della tecnologia che consentirà poi di trasferirle in applicazioni e prototipi reali.
Il film Minority Report di Spielberb (anno: 2002) in parte ispirato dal libro The Minority Report di Philip Dick del 1956, racconta di un futuro dove la sorveglianza elettronica raggiunge livelli illimitati fino a proiettare e prevedere azioni nel futuro. E andando un po’ più indietro nel tempo, Tron nel 1982 anticipa alcuni temi sulla realtà virtuale e sulla sicurezza che oggi sono realtà se pensiamo alla cibersecurity e al supporto che l’AI sta iniziando a dare in tale ambito.
Ma quale è l’opinione sull’AI della gente comune? Ho provato a chiederlo ad un po’ di persone appartenenti a diversi settori della società.
Leonardo (studente) che ha fatto una ricerca sull’AI conclude così: “… si parla tanto di intelligenze artificiali, credo che ci aspetti un futuro incerto e indecifrabile, eppure, resto affascinato di fronte a questa insicurezza … non so se è giusto o sbagliato che dei codici di un software stabiliscano cosa è giusto o cosa è sbagliato, lo sapremo solo in futuro. .. Penso che per ora dovremmo agire in modo coscienzioso, rendendoci conto che la fretta non porta a nulla, e soffermarci un po’ di più sulle piccole cose, godendoci almeno un po’ ciò che ci caratterizza e ci distingue: il progresso non può – e non deve – essere fermato, ma magari rallentarlo può donarci del tempo prezioso da impiegare nella comprensione di cosa stiamo per affrontare e nella ricerca di cosa fare dopo… ”.
Raimondo (Ramo assicurazioni): “… come per ogni innovazione, l’uso che ne verrà fatto fa e farà la differenza. L’ AI la immagino, per esempio, applicata alla medicina, alla possibilità di fare interventi
chirurgici, anche complessi, da remoto senza la presenza fisica. Tra i contro, come ogni nuova scoperta e sua evoluzione, anche l’ I.A. crea dubbi e paure ai più. Il rischio di perdere posti di lavoro, credo, sia la paura più sentita dalle persone. La possibilità di perderne il controllo, forse oggi più fantascienza che realtà, può essere considerato un vero rischio. Purtroppo, l’essere umano, tende, per bramosia, egoismo ricerca di ricchezze e potere, ad utilizzare le nuove scoperte in modo decisamente negativo, spesso bellico o, peggio, per soggiogare i popoli. Come per altre invenzioni sono gli esseri umani, con le loro azioni a portare rischi, problemi, disagi e quanto, di peggio, si possa immaginare. L’ Intelligenza Artificiale corre il medesimo rischio…”.
Francesco (Polizia locale): “… I rischi che vedo sono in primis la mancanza di regolamentazione. Come sempre si arriva in ritardo ovvero a giochi fatti. Gli altri rischi arrivano dai dispositivi che si devono usare, che risultano gioco forza invasivi e imprevedibili. Anche qui occorre legiferare a livello globale oltre che informare correttamente l’utenza. Altro rischio non meno importante è l’eccesso di fiducia e aspettativa nei confronti delle novità della tecnologia. Tutto deve essere moderato e ben calibrato per evitare abusi e soprusi. L’ IA ha tutto positivo se viene frenata e controllata la sua applicazione, sia in campo medico che tecnologico in genere. Il controllo a distanza dovrebbe limitarsi ai materiali e non proiettarsi sul controllo della volontà e questo pare difficile da ottenere…”.
Daniela (Infermiera): l’IA presenta Rischi di eccessiva dipendenza e può portare l’uomo ad eliminare pensiero, creatività, originalità, autenticità e perdita dei rapporti umani…faremo amicizia con IA che ci dirà ciò che vogliamo sentirci dire. Potrà essere la causa della perdita di lavoro e della crescita delle diseguaglianze oltre ai tanti problemi etici e per il lavoro che faccio ne vedo già parecchi). Arrivati all’apice della cultura e dell’intelligenza, ci autodistruggeremo come umanità.
Ma l’AI presenta anche dei Benefici: forse una migliore organizzazione dei servizi e dei sistemi di trasporto… credo che i più furbi ed egoisti guadagneranno sempre più soldi a scapito di un’umanità che avrà sempre meno spirito critico.
Per quanto mi riguarda… io rimango all’antica e interagire con gli esseri umani in quanto ‘umani’ sarà sempre la cosa che preferisco…”.
Emerge da queste interviste un forte interesse, come sempre accade per ogni innovazione destinata a modificare in profondità il nostro approccio alla gestione quotidiana del vivere. Tutti sono consapevoli degli aspetti positivi dell’AI in molti settori, ma si temono poi gli impatti negativi, in primis sulla perdita di molti posti di lavoro.
In effetti i primi segnali di tagli occupazionali arrivano: è notizia di fine giugno quella del giornale tedesco Bild che taglia 200 posti di lavoro, tutti giornalisti delle diverse sedi regionali: sono stati sostituiti dall’intelligenza artificiale.
Fanno anche molto riflettere le parole di Sam Altman, Amministratore delegato di Open AI, quando afferma che questa tecnologia consente di sviluppare nuovi modelli che potrebbero rappresentare un rischio per l’umanità. Fa molto discutere anche la decisione di George Hinton, un pioniere dell’intelligenza artificiale, che si sarebbe dimesso perché si è reso conto che l’IA rappresenta una minaccia per l’umanità e ora, date le sue dimissioni, potrà parlare liberamente dei problemi che questa innovazione presenta per il genere umano.
Quel che è certo è che ci troviamo di fronte ad un nuovo grande potenziale tecnologico che si apre a sconfinate applicazioni, che saranno particolarmente utili per l’umanità ma, se non accuratamente gestite, potranno rappresentare anche dei seri rischi.
Allora cosa fare? Credo che si debba ripartire dalla frase attribuita ad Henry Ford, industriale statunitense e fondatore dell’omonima casa automobilistica ai tempi della prima produzione in serie delle automobili: ‘.. c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti…’
E’ evidente che è in atto una grande corsa agli investimenti dei Paesi più industrializzati del mondo, Usa e Cina su tutti, e questo perché sono grandi le potenziali implicazioni economiche, sociali, etiche e militari dei progressi nel campo dell’intelligenza artificiale. Ma la grande corsa agli investimenti per l’intelligenza artificiale dovrebbe coinvolgere tutti i Paesi per garantire che vi sia piena condivisione dei benefici e purtroppo, come spesso accade, non è così.
L’AI rivoluzionerà il sistema produttivo di ogni Paese e rischia di rivoluzionare molti degli equilibri oggi esistenti, sono abbastanza prevedibili le forti ripercussioni nell’ambito degli ordinamenti morali e sociali, perché sono tantissimi i settori coinvolti: basti pensare ai progressi nel campo dell’assistenza sanitaria, dell’industria ad alta tecnologia, di quasi tutti i settori economici, dell’innovazione, della mobilità e molti altri ancora.
Cosa sarebbe auspicabile? Considerando che la tecnologia in grado di sviluppare l’intelligenza artificiale è così potente, tutti i Paesi dovrebbero lavorare insieme per progettare e realizzare un futuro di prosperità, per tutti e di tutti.
Cosa verosimilmente accadrà? È verosimile che accadrà il contrario: è iniziata da tempo una corsa globale all’AI dove vince chi arriva prima. Gli Stati Uniti sono attualmente in testa, con le principali aziende tecnologiche che hanno pianificato forti investimenti in ricerca e sviluppo. la Cina segue a breve distanza, anche altri Paesi come il Canada, il Giappone e la Corea del Sud sono in forte recupero.
E l’Europa? L’Europa nel suo complesso sembra essere attualmente in ritardo, ma singoli Paesi come Francia e Germania stanno iniziando a recuperare.
L’AI sarà la causa dell’estinzione dell’umanità? Difficile dirlo, quel che è certo e che gli esseri umani sono già stati la causa principale del cambiamento climatico in atto che potrebbe portarci all’estinzione se non si interviene per tempo e, quindi, dovremmo augurarci che l’AI possa essere di aiuto a fermare l’accelerazione della deriva che porterebbe l’umanità ad estinguersi in poco tempo.