Antonino Caffo (ANSA) – MILANO, 21 SET – Anche se non se ne parla con la
stessa frequenza di una volta, il settore dell’automotive è
ancora in fermento per gli sviluppi della guida autonoma. Più
che i produttori veri e propri, sono due gli elementi che stanno
accelerando tale contesto. Il primo riguarda le collaborazioni
tra aziende automobilistiche tradizionali e tecnologiche, come
Nvidia e IBM. Il secondo è strettamente collegato all’avvento
della rete 5G, la sola che può garantire ai veicoli senzienti di
comportarsi meglio degli umani all’interno del traffico
cittadino e per le strade a scorrimento veloce.
Sembra che un certo ritardo nei testcon mezzi autonomi dipenda
proprio dall’attesa del 5G, le cui antenne sono già attive per
sperimentazioni di business ma non con un’estensione tale da
coprire percorsi ampi che facciano da sfondo a prove sul campo
vicine alla realtà. In altri termini, con un paragone che ci
tocca da vicino, se una metropoli italiana fosse interamente
supportata dal 5G, i test nella cerchia sarebbero utili ma non
del tutto definitivi per capire come si comporta l’automobile in
ogni possibile situazione di guida. Il motivo per cui senza 5G è
molto difficile finalizzare le analisi sulla guida autonoma è
che l’attuale rete 4G è abbastanza veloce per lavorare,
effettuare streaming audio e video in alta qualità, giocare
online, ma non può assolutamente supportare quella mole di dati,
in ingresso e in uscita, di cui un sistema di guida necessita.
Il 4G semplicemente non è idoneo a fornire ai computer di bordo
quei “riflessi” che permettono ad un umano di evitare un
incidente, cambiare direzione all’ultimo secondo, fermarsi prima
dell’irreparabile.
La parola chiave è “reattività”: il 5G ci consentirà di
sfruttare tutto il potenziale delle tecnologie avanzate come
l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e l’Internet of
Things (IoT), utilizzando centinaia di sensori piazzati nelle
aziende, lungo le strade, all’interno del veicolo. (ANSA).
Fonte Ansa.it