(ANSA) – ROMA, 26 FEB – Diventa un sensore sismico e per gli
tsunami il cavo sottomarino in fibra ottica ‘Curie’ di Google,
che collega la California al Cile. Lo dimostra lo studio
pubblicato sulla rivista Science dai ricercatori del California
Institute of Technology (Caltech) e della stessa azienda di
Mountain View. Fra gli autori anche l’italiano Antonio Mecozzi,
dell’Università de L’Aquila.
Inaugurato nel 2019 e lungo circa 10.000 chilometri, il cavo
Curie collega la città di Los Angeles al centro cileno di
Valparaiso, a una profondità tra 4 e 6 chilometri.
I cavi sottomarini in fibra ottica, spina dorsale di Internet,
sono sensibili alle variazioni di temperatura e alla pressione
delle onde. Monitorando la trasmissione dei dati è, quindi,
possibile associare eventuali variazioni termiche o di pressione
a un evento esterno, dovuto all’attività sismica nei fondali
marini o al moto ondoso in superficie.
“La tecnica – spiega all’ANSA, Mecozzi – è basata sul fatto
che i terremoti e la pressione delle onde inducono una
differenza di cammino della luce nella fibra ottica di meno di
un decimillesimo di millimetro, e sull’accurata misura di questa
minuscola differenza alla fine del viaggio che la luce compie
nella fibra”, aggiunge l’esperto.
Adottando questa strategia, gli autori dello studio, nel corso
di un monitoraggio di nove mesi sul cavo Curie tra la California
e il Cile, hanno registrato una trentina di maremoti e circa
venti scosse sismiche, come quella che ha colpito il Messico nel
giugno 2020. In prospettiva, precisano gli esperti, la rete in
fibra ottica degli oceani in cui viaggia gran parte dei dati del
Pianeta, può diventare un utile sistema di monitoraggio e
rilevamento continuo e in tempo reale di terremoti e tsunami
marini. (ANSA).
Fonte Ansa.it