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Combattere l’innovazione con il lavoro in ufficio: i punti di forza del lavoro da remoto in un momento in cui le aziende vogliono abolirlo

Il dibattito sul lavoro da remoto continua ad essere acceso: molti lavoratori lo considerano ormai un diritto acquisito, mentre diverse aziende rimangono scettiche e richiamano i loro dipendenti all’interno delle ben più controllate mura dell’ufficio. La crescita dei lavoratori coinvolti nel lavoro da remoto però è inarrestabile, 3,65 milioni solo nel 2024.

La percezione diffusa dei manager è quella secondo cui il lavoro a distanza ridurrebbe la produttività e danneggerebbe la cultura aziendale. Ma è davvero così?

Dati alla mano, Nicholas Bloom, professore di economia alla Stanford University, con uno studio pubblicato su Nature ha rivelato risultati differenti. L’esperimento, fatto con l’aiuto dei dipendenti di un’azienda tecnologica cinese, ha mostrato come lavorare da casa per due giorni alla settimana ha ridotto i tassi di dimissioni volontarie, migliorato la soddisfazione lavorativa e non ha avuto un impatto negativo sulle prestazioni rispetto ai colleghi che hanno lavorato in ufficio a tempo pieno.

Lo stesso Reid Hoffman, co-fondatore di LinkedIn, ha recentemente espresso la sua visione riguardo al futuro del lavoro, prevedendo che l’orario di lavoro tradizionale dalle 9 alle 17 potrebbe diventare obsoleto entro il 2034.

Ma a lavorare da remoto sono anche gli stessi CEO, una tendenza che non sembra arrestarsi. Anche i dirigenti vogliono mantenere una certa flessibilità quotidiana e trascorrere un po’ di tempo con la famiglia, a quanto pare. Ultimo in ordine di tempo il nuovo amministratore delegato di Starbucks, Brian Niccol, residente in California, che non sarà obbligato a trasferirsi nella sede principale dell’azienda a Seattle. E Hillary Super, prossima amministratrice delegata di Victoria’s Secret, che avrà la possibilità di lavorare da remoto.

Questo segnala l’emergere di un’attitudine che, pur sembrando innovativa, ha radici più profonde di quanto appaia. Il desiderio dei manager di mantenere uno status di lavoro a distanza, potrebbe avere sempre più importanza per la stragrande maggioranza delle aziende.

Più laureati, donne e under 40 tra i lavoratori da remoto

In Italia, il profilo del lavoratore da remoto è stato tracciato dall’Istat nel recente rapporto sui Bes, un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese. Parliamo di un lavoratore laureato, con un’età tra i 35 e i 44 anni, che ha un impiego nei settori dell’informazione e comunicazione (57,6%) e delle attività finanziarie ed assicurative (37,3%). La percentuale di donne che lavorano da casa rimane superiore a quella degli uomini (13,4% contro 11,0%), anche se il divario si sta riducendo.

“Stiamo assistendo a una nuova ondata di lavoratori che non si accontentano più di un semplice impiego. Questi professionisti ambiscono a carriere che risuonano profondamente con le loro vocazioni sociali e i loro valori, cercando opportunità che non solo abbiano un impatto positivo sulla collettività e sull’ambiente, ma che consentano anche un equilibrio sano tra vita professionale e personale. Come leader, è fondamentale riconoscere e sostenere queste aspirazioni, perché sono la chiave per costruire aziende più etiche, sostenibili e resilienti.” spiega Giulia D’Amato co-founder di Startup Geeks, il più grande incubatore online italiano di startup e società full remote attiva nel campo della formazione imprenditoriale.

Un’opportunità ancora riservata a pochi

Nel contesto lavorativo moderno, è fondamentale che l’orario di lavoro sia determinato non da una norma generale, ma dalle specifiche esigenze dell’azienda e dei suoi lavoratori. Questo approccio è particolarmente rilevante in un’epoca in cui molte aziende faticano a creare un senso di appartenenza autentico tra i dipendenti, portando a una scarsa identificazione nei valori condivisi che si ripercuote negativamente sul coinvolgimento dei dipendenti, sui risultati aziendali e sull’incremento del turnover.

Con un team di 26 persone e un fatturato annuo di 1,35 milioni di euro, Startup Geeks rappresenta un esempio concreto di come si possa crescere da remoto e affermarsi nel mercato. Questo successo evidenzia la capacità dell’azienda di implementare modelli di lavoro innovativi, come il lavoro da remoto, che hanno contribuito in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi. L’approccio alla flessibilità adottato da Startup Geeks, riflette un cambiamento nelle aspettative lavorative, dove i dipendenti cercano modalità di lavoro che, pur orientate al raggiungimento di risultati ambiziosi, rispondano meglio ai loro bisogni personali. Tra le ragioni principali di questa crescente domanda di flessibilità, soprattutto riguardo al luogo di lavoro, vi è la necessità di un migliore equilibrio tra vita privata e professionale.

La possibilità di scegliere dove e come lavorare non solo migliora questo equilibrio, ma aumenta anche la responsabilizzazione e valorizzazione del ruolo di ciascun individuo nel contesto lavorativo e sviluppa nuove modalità di gestione e comunicazione per mantenere un team coeso e motivato, anche a distanza.

Un ulteriore beneficio del lavoro flessibile è l’impatto positivo sulla produttività e motivazione delle persone. Permettere ai dipendenti di lavorare nei momenti in cui sono più energici e concentrati porta a una maggiore efficienza nelle loro mansioni e una riduzione dello stress, dei tempi e dei costi causato dagli spostamenti tipici del lavoro in presenza. Il mix di questi fattori porta ad un aumento della motivazione dei talenti coinvolti, elemento fondamentale per raggiungere obiettivi aziendali importanti.

Inoltre, individuare e valorizzare i talenti all’interno dell’organizzazione che incarnano e promuovono i valori aziendali è essenziale, poiché questi talenti attraggono altri candidati di valore, rafforzando ulteriormente la cultura aziendale. Lavorando da remoto, Startup Geeks ha accesso ad un bacino di talenti su scala nazionale.

Come sottolinea Giulia D’Amato, “Facendo tantissimi colloqui, emerge chiaramente che le aspettative nei confronti del lavoro stanno cambiando profondamente. Oggi, i candidati non si limitano più a cercare un impiego tradizionale, ma aspirano a un ambiente lavorativo che offra fiducia, flessibilità e opportunità di impatto. Questo riflette una trasformazione fondamentale nel mondo del lavoro, dove la soddisfazione e il benessere dei dipendenti diventano centrali per il successo aziendale”.

 5 consigli pratici per i CEO che facilitano il lavoro da remoto

Nel contesto attuale, le aziende che vogliono restare competitive e attrarre i migliori talenti devono essere pronte a innovare il proprio approccio al lavoro. Ecco cinque consigli pratici da Startup Geeks per i CEO che vogliono sfruttare al meglio il lavoro da remoto e portare la loro impresa verso il futuro.

  1. Adattare lo stile di leadership: I leader aziendali devono evolvere il proprio approccio, passando da un controllo stretto a una leadership basata sulla fiducia, valutando i risultati non le ore lavorate.
  2. Garantire una flessibilità reale: La flessibilità non deve essere solo uno slogan. Le aziende devono offrire un vero lavoro da remoto, senza vincoli geografici, permettendo ai dipendenti di bilanciare le esigenze professionali con quelle personali. Questo approccio non solo aumenta la soddisfazione lavorativa, ma attrae anche talenti di alto livello che cercano un ambiente di lavoro moderno e dinamico.
  3. Promuovere la possibilità di impatto: senza gli incontri informali che avvengono in ufficio, è necessario prevedere regolari videochiamate per facilitare lo scambio di idee, aggiornarsi reciprocamente sui progressi e prendere decisioni in modo collettivo.
  4. Investire in strumenti digitali efficaci: assicurarsi che il team abbia accesso a piattaforme di comunicazione e gestione dei progetti che rendono fluido il lavoro da remoto. L’uso di strumenti di messaggistica asincrona come Slack, ad esempio, può facilitare una comunicazione continua senza imporre la necessità di riunioni costanti.
  5. Promuovere una cultura del tracciamento degli obiettivi: essenziale per mantenere il team allineato e coinvolto anche a distanza la necessità di un sistema strutturato per il monitoraggio dei risultati. Un esempio efficace è la metodologia OKR (Objectives and Key Results), che permette di definire obiettivi chiari e misurabili, e di monitorare i progressi in modo trasparente.
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