Già prima degli annunci ufficiali giravano su Twitter i ‘segnali’ della diffusione del virus in Europa. E’ quanto rivelerebbe uno studio della Scuola Imt di Lucca pubblicato su Scientific Reports, in base “alla stessa discussione online, animata in maniera significativa da post su strane polmoniti e tosse secca” già a dicembre 2019.
Lo studio – condotto da Massimo Riccaboni dell’Imt con Michelangelo Puliga della Sant’Anna di Pisa, Pietro Panzarasa, visiting professor dell’Imt e docente alla Queen Mary University di Londra e Milena Lopreite, dell’Università della Calabria – comincia a marzo 2020 e prende in esame i post su Twitter tra l’1 dicembre 2019 e l’1 marzo 2020, raccogliendo in un database quelli che menzionano la parola-chiave ‘polmonite’ monitorata nelle lingue più parlate dell’Ue: inglese, tedesco, francese, italiano, spagnolo, polacco e danese. Dall’analisi è stato poi notato che già nelle settimane prima della scoperta e dell’annuncio dei primi casi di contagio inizia a emergere qualcosa di anomalo: “In tutta Europa, i post mostrano inaspettati livelli di preoccupazione circa insolite polmoniti.
Già da dicembre 2019, fatta eccezione per la Germania, l’intera discussione virtuale europea a tema polmonite si intensifica fino a evidenziare una significativa eccedenza”, con una diffusione che si concentra “proprio nelle aree dove poi si svilupperanno i primi focolai”. I ricercatori hanno costruito un database contenente la parola chiave ‘tosse secca’, altro sintomo del covid, ottenendo “risultati analoghi”. Social come sentinelle, dunque? I risultati dello studio, si spiega, “evidenzierebbero l’urgenza di un sistema integrato di sorveglianza epidemiologica digitale, in cui i social media potrebbero avere un ruolo strategico”.
Fonte Ansa.it