La criptovaluta Coinbase scalda i motori per la quotazione a Wall Street. Uno sbarco che potrebbe essere col botto a una valutazione record fino a 100 miliardi di dollari, più della capitalizzazione del New York Stock Exchange e del Nasdaq insieme. Una cifra stellare per una società che fino a 10 anni fa neanche esisteva. L’attesa per la quotazione del 14 aprile è elevata e si riflette sul Bitcoin, che avanza deciso sopra i 61.000 dollari. Per Coinbase è un test per l’appetito degli investitori sulle valute digitali e potrebbe segnare una svolta: lo sbarco in borsa può infatti essere quell’iniziezione di fiducia in grado di rassicurare i consumatori sulla bontà e l’efficienza delle criptovalute, dando al settore la spinta necessaria per decollare in via definitiva.
Coinbase stima di chiudere il primo trimestre dell’anno con un utile fra i 730 e gli 800 milioni di dollari, più del doppio di quanto guadagnato nell’intero 2020. I ricavi sono attesi invece superare gli 1,3 miliardi del totale dello scorso anno. Il fatturato di Coinbase è legato alle commissioni raccolte quando gli utenti vendono o acquistano Bitcoin e, quindi, l’andamento del prezzo dei titoli della società potrebbe essere esposto a quello della criptovaluta, nota per la sua volatilità. Altro elemento di debolezza per Coinbase è un modello di business basato sulle commissioni: l’aumento delle concorrenza potrebbe innescare una corsa al ribasso e quindi mettere sotto pressione i ricavi. Dubbi che però non stemperano l’ottimismo del fondatore e amministratore delegato di Coinbase, Brian Armstrong, convinto che il mondo sia ormai sull’orlo dell’adozione delle valute digitali e che la sua società perfettamente posizionata per cogliere l’occasione offerta dalla rivoluzione cripto. (ANSA).
Fonte Ansa.it