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Da Cagliari l’impegno di Huawei per digitalizzare l’Italia

(ANSA) – MILANO, 12 NOV – Si è tenuto oggi a Cagliari il
nuovo appuntamento dello Smart City Tour di Huawei. Un roadshow
in varie tappe, durante il quale il colosso della tecnologia è
solito presentare programmi e iniziative per favorire
l’innovazione nelle aree urbane del paese. Fulcro dell’incontro
odierno è stato il progetto Smart Digital Cagliari, che vuole
fare da volàno per altre attività simili non solo nella Regione
Sardegna ma in tutta la penisola. “Huawei si pone come
abilitatore di tecnologia quando si parla di smart city. In
Sardegna, come nel resto d’Italia, siamo partiti dall’ascoltare
le necessità dei cittadini, che hanno bisogno di un maggior
coinvolgimento con le pubbliche amministrazioni, anche in
termini di sicurezza sul territorio. Uno dei concetti alla base
del nostro lavoro è l’inclusione, così da rinnovare con il
digitale anche quelle aree che spesso restano fuori i grandi
progetti di rinnovamento. Ed è il motivo per cui lavoriamo con
le PA proprio in tale direzione, sempre rispettando le normative
europee sulla gestione della privacy” ha sottolineato durante la
tappa sarda Eduardo Perone, Vice Presidente Business Development
WEU Huawei Technologies. “Huawei è un’azienda di cui ci si può
fidare” continua Perone “e la Sardegna ne è la prova. Come
esperti IT, abbiamo contribuito a fornire le competenze tecniche
ma le informazioni prodotte e ricevute dalla piattaforma aperta
vengono gestite dalle amministrazioni locali, che hanno sempre
il controllo sui dati”. Il modello proposto da Huawei nasce per
essere replicabile e lo sostiene anche Antonella Galdi, Vice
Segretario Generale, Responsabile Innovazione e Sviluppo
Tecnologico, ANCI: “Simili tecnologie ci aiutano a gestire
meglio la comunicazione tra amministrazioni e cittadini.
    Soggetti come Huawei possono dare un aiuto fondamentale per
trasformare sperimentazioni in applicazioni concrete. Siamo solo
all’inizio di un percorso di digitalizzazione estesa, che deve
necessariamente partire da zone di test ma i quasi 8 mila comuni
italiani hanno tutti bisogno di nuove modalità di interazione e
collaborazione che siano a prova di futuro”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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