(ANSA) – ROMA, 15 OTT – La libertà di Internet nel mondo è
scesa per il decimo anno consecutivo, con molti paesi che stanno
prendendo la pandemia come scusa per limitarla ulteriormente. Lo
afferma un report del think tank Freedom House su 65 nazioni,
corrispondenti all’87% degli utilizzatori globali. Cina e Iran
vengono citati come i luoghi dove c’è minore libertà, mentre
Islanda ed Estonia sono al lato opposto della classifica.
L’Italia è considerata tra i paesi in cui Internet è più libero
e occupa il settimo posto.
In almeno 20 paesi, afferma il rapporto che si basa su 21
parametri, dall’accesso al web alla censura dei contenuti, la
pandemia è stata utilizzata per introdurre nuove restrizioni
alla libertà di parola e arrestare chi aveva espresso critiche
online. In 28 i governi che hanno bloccato siti web, utenti o
piattaforme per censurare informazioni, come statistiche
negative sulla salute o report critici. In almeno 45 paesi
alcuni cittadini sono stati arrestati come risultato di post sul
Covid-19.
Fra gli esempi negativi sono citati anche gli Usa, che
rimangono comunque al settimo posto con lo stesso punteggio
dell’Italia ma con un trend in calo, in virtù di una sempre
maggiore sorveglianza dei social, come ad esempio avvenuto in
occasione delle proteste del movimento Black Lives Matter. “Nell’era del Covid-19 la connettività non è un lusso ma una
necessità – sottolineano gli autori -. Praticamente tutte le
attività, dal commercio all’educazione alla salute, sembrano
essersi spostate online. Stati e entità non statali in molti
paesi stanno sfruttando le opportunità create dalla pandemia per
imporre narrative online, censurare le voci critiche e costruire
nuovi sistemi tecnologici di controllo sociale”. (ANSA).
Fonte Ansa.it