(ANSA) – ROMA, 24 DIC – Per far rimuovere dal web un articolo
di un defunto occorre che ci sia un effettivo interesse da
tutelare e non vi siano ragioni rilevanti che entrino in
conflitto con la rimozione dello scritto. Lo ribadisce il
Garante per la protezione dei dati personali che ha ritenuto
infondata la richiesta, avanzata dal figlio, di rimuovere da un
sito web e poi da Google, un articolo pubblicato a suo tempo dal
padre, poi morto. Mentre Google aveva deindicizzato subito l’url
dell’articolo, il sito si era opposto e l’uomo aveva proposto
reclamo al Garante chiedendo la cancellazione dell’articolo,
ritenendo che il contenuto dello scritto fosse pregiudizievole
per la reputazione propria e di altri componenti della famiglia.
L’uomo spiegava di agire anche nell’interesse del padre
scomparso, sostenendo che lo scritto in questione sarebbe stato
redatto da questi in un’epoca nella quale la malattia ne aveva
già compromesso le facoltà mentali. Il Garante però ha ritenuto
infondata la richiesta perché non sono emersi “elementi tali da
dimostrare la volontà del defunto di disconoscere il contenuto
dello scritto e reputando invece necessario salvaguardarne la
conservazione, quale testimonianza storica della sua vita ed
espressione del suo libero pensiero”. L’Autorità, tuttavia,
essendo trascorsi sedici anni dalla pubblicazione originaria
dell’articolo e sei anni dalla morte dell’autore, ha ordinato al
gestore del sito web di non rendere reperibile l’articolo
tramite motori di ricerca esterni, per contemperare l’esigenza
di conservazione dello scritto con l’interesse dei familiari in
esso menzionati. (ANSA).
Fonte Ansa.it