Nei giorni della Cop26 sono inclusione, green, mobilità e smart city i termini che disegneranno l’Italia del 2030, secondo i giovani italiani.
Scenari emersi dalla ricerca “Next Gen 2030” di BNP Paribas Cardif, che ha coinvolto 1.000 ragazzi tra i 15 e i 30 anni. Per il 35% di loro, tra meno di un decennio vivremo relazioni più eque, con minori discriminazioni di genere (35%) – se non addirittura con una ridefinizione del concetto stesso di genere (21%) – in cui l’aspetto fisico non sarà più un fattore sociale importante (32%). I giovani si aspettano città più a misura d’uomo, soprattutto per quella fetta di popolazione con esigenze specifiche, come le mamme, gli anziani e i disabili (33%).
Ambienti rinnovati, dove i cestini intelligenti prenderanno il posto dei cassonetti dei rifiuti, per separare autonomamente gli scarti (33%), e spazi di aggregazione entro cui condividere interessi comuni (32%). Una smart city che possa sbloccare il potenziale di una nuova mobilità: il 36% dei ragazzi immagina semafori intelligenti che si attivano e disattivano in base al traffico e gestiti direttamente dall’intelligenza artificiale (24%). In tema di sostenibilità, le nuove generazioni attendono la scoperta di nuove tecniche che permettano di riciclare e riutilizzare i prodotti (41%), anche se non mancano i pessimisti che prevedono un peggioramento del riscaldamento globale e dell’inquinamento (31%), controbilanciati da chi crede che useremo più dispositivi ricondizionati (29%) e fonti di energia solo rinnovabili (19%). La tecnologia è vista come opportunità ma anche fonte di rischio: per il 43% degli intervistati, nel 2030 avremo ancora problemi legati ai furti di identità digitale e possibili danni provocati dal malfunzionamento delle auto a guida autonoma (32%), oltre alla paura di nuove pandemie (27%), con il consolidarsi di forme di prevenzione create apposta per affrontare tali criticità.
Fonte Ansa.it