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Il progetto di WordPress per consentire ai giornalisti di fare solo i giornalisti 

Noi forniamo tecnologia e consulenza a basso costo. Voi ci pagate ma risparmiate, non sprecate tempo nella gestione tecnica e vi occupate di ciò che dovreste essere bravi a fare: informazione. È il progetto Newspack, appena lanciato da WordPress.com tramite la società che la controlla, Automattic. Un “pacchetto” pensato per le testate locali e medio-piccole.

Come funziona Newspack

“Con molte organizzazioni che stanno lottando per trovare modelli sostenibili per il giornalismo – scrive WordPress nel post che presenta il progetto – stiamo notando la necessità di una piattaforma economica”. Con due obiettivi: essere un fornitore di tecnologia ma anche uno sherpa che aiuti a rintracciare il miglior modo per guadagnare. In sostanza, WordPress propone una via intermedia tra i servizi che già offre. Da una parte ci sono i piccoli blog. Si possono aprire e adattare gratuitamente (il codice è open source), ma la piattaforma guadagna comunque vendendo servizi aggiuntivi per pochi euro (come dominio e temi grafici) o vendendo agli inserzionisti spazi pubblicitari.

Dall’altra parte c’è WordPress.com VIP, un servizio che offre assistenza, hosting, aggiornamenti continui, elevati standard di sicurezza, formazione. Si rivolge a siti ad alto traffico, che quindi hanno bisogno di governare una grande mole di contenuti e di avere un pronto intervento in caso di necessità. Tra i clienti VIP ci sono anche Time.com, CNN e Quartz. Chiaramente, questi servizi si pagano, fino a qualche decine di migliaia di dollari al mese. Newspack punta alle strutture più piccole, con esigenze meno complesse e fatturati meno corposi. L’offerta è quindi più a buon mercato. Con “tariffe comprese tra i 1000 e i 2000 dollari al mese”.

Chi lo finanzia: da Google alla blockchain

WordPress ci punta parecchio e ha definito Newspack “una piattaforma di nuova generazione” per l’informazione. La gestione è affidata ad Automattic, che ha ricevuto il sostegno finanziario della Google News Initiative, il progetto con il quale Big G promuove nuove iniziative editoriali (anche in Italia).

Da Mountain View è sono arrivati 1,2 milioni di dollari. Hanno contribuito anche The Lenfest Institute for Journalism (con 400.000 dollari), The John S. e James L. Knight Foundation (con 250.000). E c’è anche il mondo cripto. Sono arrivati 350.000 dollari da ConsenSys. Si tratta di una società, fondata da uno dei padri del progetto Ethereum, che investe sulla blockchain con l’obiettivo di creare “un mondo decentralizzato”. È tra i principali finanziatori di Civil Media, la startup che punta a sostenere le piccole testate (per ora con risultati modesti) tramite criptovalute: l’idea è quella di usare le monete digitali per raccogliere fondi ma anche per conferire ai lettori il diritto di esprimere il proprio parere, indicare quali approfondimenti seguire ed espellere i giornalisti che non rispettino il codice di condotta di Civil. È il preludio per un utilizzo di criptovalute sui giornali che adottano Newspack?

Presto per dirlo, anche se avere tra i propri finanziatori una compagnia che fa affari con la blockchain potrebbe voler dire che il tema sarà, quantomeno, esplorato. Newspack è ancora tutto da costruire. Per farlo, WordPress sta collaborando con Spirited Media (che gestisce siti locali a Denver, Philadelphia e Pittsburgh) e con News Revenue Hub, una società nata dalla costola di un giornale (Voice of San Diego) per aiutare gli editori digitali a trovare il giusto modello di business. La piattaforma, di fatto, farà i primi passi assieme ai giornali che decideranno di aderire all’iniziativa: per la candidatura c’è tempo fino al primo febbraio.

Chi può candidarsi

Automattic, si legge sul blog di Newspack, cercherà di riunire un gruppo di testate che rappresentino una vasta gamma di modelli organizzativi, tecnologie e approcci commerciali, pubblico e aree geografiche. Tanto per cominciare, saranno presi in considerazione i siti che hanno “dimostrato di aver successo editoriale e finanziario” nelle loro aree.

Quindi non sarà un salvagente per chi è già annegato ma una vela nuovo per una barca che, quantomeno, galleggi. “I candidati devono essere in grado di esporre un chiaro approccio editoriale e di business per lo sviluppo e la crescita”. Deve esserci quindi chiare informazioni sul passato e “un budget credibile per garantire il funzionamento del sito per almeno un anno”. Non sono escluse le startup. Ma, anche qui, a patto che abbiano un “solido piano di lancio” (che vuol dire non solo qualche bella idea ma anche i soldi per reggere “almeno 12 mesi”).

Il progetto è aperto anche ai siti con “modelli che potrebbero essere applicabili ad altri editori digitali” e a quelli che “hanno affrontato sfide tecniche significative nell’attuazione della loro strategia”. Sarà “data precedenza ai candidati che già utilizzano WordPress” e a siti che – su valutazione di Automattic – consentano una “facile migrazione” sulla piattaforma. I siti devono coprire una chiara area geografica o tematica e non devono essere aggregatori ma produrre notizie in proprio. Non ci sono format esclusi, anche se “in questa fase non verranno supportati siti progettati principalmente per la pubblicazione di audio o video”.

I giornali ammessi si impegnano “a partecipare a una videochiamata due volte a settimana” e a mettere a supportare la migrazione sulla piattaforma Newspack, che avverrà a sei mesi dall’inizio del progetto. Entro luglio, verrà lanciata una versione provvisoria e lo sviluppo durerà fino al gennaio 2020. Questa prima fase sperimentale sarà finanziata interamente Automattic. I giornali non pagheranno nulla. Le tariffe scatteranno solo in seguito.  

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