(ANSA) – ROMA, 17 SET – Trasformano la luce degli ambienti chiusi in elettricità e, sebbene riescano a produrre una potenza piuttosto debole, sono sufficienti ad alimentare i milioni di dispositivi che l’internet delle cose si prepara a portare nelle case. Descritte sulla rivista Nature Energy, sono state messe a punto dalla ricerca nata dalla collaborazione fra il gruppo di Elettronica organica e biomolecolare dell’Università svedese di Linkoping guidato da Feng Gao, e quello dell’Università di Pechino coordinato da Jianhui Hou. Le celle solari da interni sono organiche, flessibili, economiche da produrre e in grado di essere utilizzare su superfici ampie. La loro caratteristica è il materiale che le riveste, in grado di assorbire la luce di lunghezze d’onda molto diverse. Sono state prodotte in due versioni: una da un centimetro quadrato e l’altra da quattro centimetri quadrati e la prima ha dimostrato di riuscire a convertire in elettricità oltre il 26% della luce ambientale.