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Mamma, mi compri un Robot? L’intelligenza artificiale è parte della nuova rivoluzione industriale

Sempre più intelligenti, nel giro di pochi decenni sostituiranno il 47% dei posti di lavoro. Potremo fidarci degli “esseri metallici” o dobbiamo cominciare a prepararci per una battaglia epocale stile Blade Runner?

C’era una volta un’infanzia semplice e bucolica, quel tempo in cui il gioco più gettonato erano le basi nei boschi e le battaglie di pigne, quando ci si stupiva per un ultimo numero di topolino o una bicicletta nuova. Teneri ricordi, che di fronte ai tempi emergenti sembrano provenire da un passato remotissimo e in bianco e nero. Oggi a scuola i bambini progettano e programmano robot come compiti in classe e la robotizzazione è destinata a crescere con un’impennata da capogiro, tanto che il 41% degli italiani teme di essere sostituito da un robot da qui a vent’anni.

A Treviso la società Fab Lab offre corsi di robotica per bambini già dalla terza elementare, insegnandogli a programmare videogiochi, a utilizzare il 3D, a pilotare robot e costruire tecnologie di varia natura. Alfonso Lorenzetto, Presidente del CNA del territorio di Treviso, spiega che :“Trasmettere questa conoscenze ai ragazzi in età scolare permette di formare persone un domani in grado di portare valore aggiunto alle nostre ditte oggi interessate dalla rivoluzione digitale.” Fin da piccolissime le nuove generazioni imparano a prendere dimestichezza con una delle creazioni simbolo della rivoluzione industriale 4.0.

Ci siamo dentro fino al collo e sta avvenendo proprio ora. La robotica funge da ponte tra il digitale e la materiale produzione di beni, tra un passato e un futuro che si incontrano oggi nell’inarrestabile corsa all’innovazione. Attualmente nel mondo esistono centinaia di tipologie di robot diversi, telecomandati, autonomi, potenziati, umanoidi e molti altri ancora. Il robot più intelligente di tutti si chiama Asimo (acronimo di Advanced Step in Innovative Mobility ) ed è figlio del Giappone, vestito con una tutina spaziale che lo rende all’apparenza un po’ goffo e buffo, ma capace di una naturalezza dei movimenti impressionante. Su Asimo sono stati investiti 2 miliardi e mezzo di dollari, per un totale di 50 kg di peso distribuiti in 34 servomotori, una visione stereoscopica generata da telecamere ultima generazione e una sorprendente facoltà di interfacciarsi all’uomo. Stringe la mano al suo interlocutore e si esprime nel linguaggio dei segni. Gioca persino a calcio.

Oltre al robot giapponese molti altri fratelli metallici sono stati sviluppati nei più disparati settori, si pensi ad esempio ai robot chirurgi che operano al posto dei medici nelle sale operatorie, ai robot di soccorso, essenziali nelle operazioni di salvataggio in circostanze di emergenza, ai robot delle vetture che si autoguidano da sé, per non parlare degli ormai comunissimi e basici “robot dei supermercati” che sostituiscono le cassiere con la loro voce irritante.

Uno studio intitolato “Technology at work, the future of innovation employment”, condotto da Carl Benedict Fray e Michael Osborne, stima che in pochi decenni il 47% delle professioni negli Usa verrà automatizzato con conseguenti perdite dei posti di lavoro. I mestieri tradizionali e manuali saranno quelli più facilmente sostituibili, mentre verranno premiate le professioni sempre più specializzate con competenze tecnologico-digitali. Le nuove professioni avranno a che fare con la Smart Manufacturing, ovvero la raccolta dati tramite web, il loro utilizzo e trattamento, la gestione e progettazione dell’ambiente digitale, la produzione di macchinari e sistemi altamente automatizzati. Per fortuna l’essere umano non potrà essere sostituito per quanto riguarda i processi decisionali e creativi.. o almeno è ciò che ci auguriamo. Possiamo solo immaginare le terribili implicazioni sociali che potrebbero derivare da un’invasione di robot “ruba lavoro”. Uno scenario a dir poco apocalittico, degno da regia del grande schermo.

C’è un dato un po’ affascinante e un pò inquietante da considerare: l‘attuale scienza della robotica si fonda sulle note Leggi della Robotica di Isaac Asimov, il pioniere della narrativa di fantascienza che creò con la sua mera fantasia le leggi, senza immaginare che un giorno sarebbero state alla base di un reale sviluppo delle tecnologie ad intelligenza artificiale. Le leggi sono le seguenti: 1- “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che a causa del proprio mancato intervento un essere umano riceva danno”. 2-“Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”. 3-“Un robot deve proteggere la propria esistenza purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge”.

Se solo Asimov avesse saputo quali sarebbero state le conseguenze della sua creazione, avrebbe magari elaborato anche delle strategie di controllo e regolamentazione del mondo degli uomini di latta. Non si può fermare l’evoluzione. Siamo parte di un processo inarrestabile.

Ciò che nacque come racconto fantastico è divenuto oggi realtà. Un monito emerge chiaro da questa esperienza, che ci ricorda di prestare molta attenzione a ciò che la nostra mentre immagina e crea, perchè un giorno non troppo lontano, chissà, potrebbe concretizzarsi per davvero.

 

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