(ANSA) – ROMA, 24 AGO – Il ministro dell’Economia, Roberto
Gualtieri, ritiene che sia poco proficuo focalizzare la
discussione solo sugli assetti proprietari della nuova società
della rete che dovrebbe nascere, auspicabilmente, dalla fusione
tra le infrastrutture di Tim e Open Fiber. Lo spiegano fonti del
Mef.
A prescindere infatti da quale sarà la quota azionaria di Tim in
questa “rete aggregata” sulla base dei processi di valutazione,
– aggiungono le fonti – in ogni caso la governance della nuova
società dovrà garantire, attraverso processi decisionali
condivisi tra gli azionisti di riferimento, requisiti di
indipendenza degli esponenti aziendali, presidi di controllo
interno, esterno e regolatorio, l’assoluta autonomia e terzietà
della gestione, la natura “aperta” della rete, la parità di
trattamento di tutti gli operatori e la realizzazione dei piani
di investimento nei tempi previsti.
Il dibattito politico su questo tema dovrebbe liberarsi delle
posizioni di principio e focalizzarsi su cosa si può
concretamente fare oggi per migliorare lo status quo,
chiaramente subottimale, e dare al paese l’infrastruttura di cui
ha bisogno. Il tentativo del governo nel difficile negoziato in
corso – proseguono le fonti – è quello di assicurare la
creazione di una società della “rete a banda larga” con un forte
ruolo pubblico, per realizzare la transizione rapida alla fibra,
dando vita ad una infrastruttura indipendente, che assicuri
quindi a tutti gli operatori di mercato l’accesso agli utenti
finali in modo paritario.
La costituzione di una società separata della rete da parte
di Tim è un passaggio rilevante e opportuno, che il Governo
auspica possa collocarsi in un percorso volto alla costituzione
di una rete aggregata indipendente. Da questo punto di vista,
l’interesse all’investimento in questo progetto da parte di
qualificati investitori istituzionali è valutato positivamente.
(ANSA).
Fonte Ansa.it