(ANSA) – ROMA, 21 FEB – Nell’ultimo anno c’è stato un graduale trasferimento dei conflitti nel cyberspazio da parte dei singoli Stati, con un innalzamento continuo del livello di scontro senza dover fare ricorso a eserciti e armamenti tradizionali. A descrivere il fenomeno è il rapporto annuale del Clusit, l’Associazione Italiana per la sicurezza informatica, secondo cui “la nostra società è entrata in una fase di cyber guerriglia permanente, che rischia di minacciare la nostra stessa società digitale”. Il rapporto definisce il 2018 come “l’anno peggiore di sempre” per l’evoluzione delle cyber-minacce, dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo. Sul primo fronte, nel 2018 si sono contati 1.552 attacchi gravi a livello globale, il 37,7% in più del 2017. Gli attacchi sono raddoppiati nella sanità (+99%, rivolti in larga parte al furto di dati personali), che insieme alle infrastrutture è il settore in cui i rischi cyber sono cresciuti di più. Nel settore pubblico sono aumentati del 41%, nelle banche del 33%.
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