Secondo lo studio ‘Valuing Cyber Risk’, realizzato da Interbrand e Infosys, sarebbe di 223 miliardi di dollari il rischio economico di una violazione dei dati per le prime 100 aziende al mondo, parte della classifica ‘100 Best Global Brands 2021’. Per quantificare il rischio, gli analisti hanno identificato alcuni fattori chiave che, a seguito di un’eventuale ‘data breach’, causerebbero una perdita economica sul breve e medio periodo.
Tra questi, la presenza (reputazione del brand), l’affinità (coinvolgimento col brand), la fiducia. Per il danno potenziale è stata utilizzata una metodologia proprietaria di Interbrand. Dal report emerge che alcuni settori, principalmente quello tecnologico, dei servizi finanziari e automotive, rischiano un maggiore impatto globale sul marchio per un attacco hacker.
Tuttavia, sono i brand del lusso e dei beni di consumo che dovrebbero fronteggiare una perdita maggiore in termini economici, in primo luogo la riduzione dell’utile netto. Valuing Cyber Risk ha anche quantificato il trend del rischio per singolo mercato. Ad esempio, quello per il segmento hi-tech è salito a 29 miliardi di dollari, ovvero il 53% dell’utile netto del settore nel 2020; i servizi finanziari rischiano 2,6 miliardi di dollari, circa il 52% dell’utile netto dello scorso anno; l’automobilistico 4. 2 miliardi di dollari, il 77% dell’utile netto; i beni di consumo 5 miliardi di dollari, il 114% del reddito netto. Il rischio del valore per i marchi del lusso è stimato in 2,4 miliardi di dollari, il 115% del reddito netto del settore nel 2020.
Fonte Ansa.it