Arrivano proprio dalla Cina, paese che per primo ha sperimentato il blocco dei viaggi a causa della pandemia, segnali di ottimismo per il settore del turismo. L’Europa potrebbe vedere una ripresa dell’incoming cinese più veloce rispetto agli Stati Uniti e all’APAC, con 771 milioni di arrivi previsti nel 2024.
Anche per questo DAG Communication, dopo anni di attività in comunicazione in Cina, ha deciso di aprire
direttamente una società a Shanghai, per supportare le aziende e gli enti italiani del settore travel a
raggiungere e coinvolgere un pubblico che non si accontenta più solo delle destinazioni più classiche come
Roma, Venezia o Firenze, ma che vuole scoprire altro del nostro paese.
Dal 2000 ad oggi DAG Communication ha assistito moltissime destinazioni, musei, hotel, ed operatori del
settore turistico a promuovere la propria attività a livello nazionale ed internazionale e vuole ora mettere
tutto il suo know-how a supporto della ripresa, sfruttando in particolare aree di incoming che già prima della
pandemia avevano dimostrato grande potenziale di crescita.
“Siamo molto orgogliosi di festeggiare quest’importante traguardo. L’apertura di una controllata cinese
consolida la nostra vocazione internazionale e la volontà di offrire servizi personalizzati ad aziende ed enti”, ha
commentato Elena Guzzella, fondatrice e Amministratore Delegato di DAG Communication. “Comunicare in
un mercato di difficile penetrazione come la Cina non è semplice, ma una corretta strategia e un’agenzia di
comunicazione con i ‘piedi nei due continenti’ possono aprire le porte a enormi potenzialità. Occorre
creatività, ma anche molte competenze e la possibilità di usufruire di un team multiculturale in grado di
coniugare le esigenze di un operatore occidentale con un pubblico dalla mentalità spesso molto differente dalla
nostra”.
In-coming dalla Cina, un’opportunità concreta
La crescita dell’incoming, secondo le stime, sarà costante: nei prossimi anni offrirà grandi opportunità
all’Europa e all’Italia come le ultime previsioni dell’UNWTO dimostrano, sempre che però le destinazioni, i musei, gli hotel, i tour operator, le agenzie ed in generale gli operatori del settore sappiano adeguarsi alle
nuove richieste del turista cinese.
Si tratta di opportunità concrete, che il nostro paese non deve farsi sfuggire: se pensiamo che la quota di
mercato europea, in termini di numero di arrivi turistici dalla Cina, dovrebbe salire al 55% nel 2024, rispetto
al 51% del 2019, mentre dovrebbe rimanere invariata quella del Nord America (circa il 10%) e quella dell’APAC
ridursi dal 25% al 23%.
DAG profila l’identikit del nuovo turista cinese
Va tenuto conto però che in questi anni i turisti cinesi hanno cambiato gusti e preferenze: la parola d’ordine è
“lonely traveller”. Sarà sempre più difficile, quindi, vedere i gruppi di viaggiatori cinesi a cui eravamo da
sempre abituati: i nuovi turisti cinesi in Italia organizzeranno viaggi tra piccoli gruppi di amici e parenti,
sempre più personalizzati e di alta qualità.
Sono visitatori esigenti e pensano al viaggio come ad un’esplorazione di luoghi mai visti, ma anche come un
modo per fare esperienze non comuni nel loro paese, come il glamping, gli sport acquatici, parapendio e
molto altro.
Gli ultimi trend ci dicono che aumenta tra i cinesi l’interesse verso l’outdoor, con itinerari legati allo sport e un
occhio di riguardo verso la sfera del wellness: il boom delle mete turistiche coincide con uno stile di vita sano e
con la voglia di fare esperienze originali.
Anche la tempistica e la flessibilità sono fattori rilevanti per il nuovo turista cinese che tende a pianificare le
proprie vacanze fino a sei mesi prima, anche avvantaggiati dal fatto che le online travelling cinesi offrono la
totalità del rimborso e la massima flessibilità rendendo più leggere le decisioni e di facile prenotazione.
La Cina: un paese in forte crescita economica
Oltre ad aver incrementato la crescita economica nel 2020, la Cina ha superato gli Stati Uniti nel 2021 per
numero di miliardari (pari a 1.058, +259 rispetto al 2020). Secondo un recente rapporto realizzato dall’Hurun
Research Institute, sono più di 2 milioni le famiglie cinesi che hanno un patrimonio di oltre 1,5 milioni di
dollari (mentre in Italia sono 400.000 e, a differenza di quelle asiatiche, non mostrano un trend di crescita).
L’ampio gruppo di famiglie benestanti in Cina sta già contribuendo costantemente alla crescita economica del
Paese. Il rapporto Hurun indica che le famiglie con più di 1 milione di dollari hanno speso 3 trilioni di yuan in
totale lo scorso anno, il che significa che lo 0,3% della popolazione totale cinese ha creato il 3% del PIL cinese
nel 2020. Queste famiglie rappresentano una “garanzia” anche per il made in Italy: il mercato dei consumi
cinese continuerà a fiorire in futuro nonostante l’impatto pandemico o eventuali fluttuazioni esterne. Secondo
il rapporto, in circa tre-cinque anni si vedrà in modo evidente come l’andamento dei consumi sarà guidato da
tali nuclei familiari; inoltre, circa 78 trilioni di yuan passeranno alla generazione successiva nei prossimi 30 anni.