Africa culla dell’umanità, terra di deserti, foreste e savane: un continente che non smette di sorprendere per la varietà dei suoi ambienti. Cominciamo dalla Tanzania
La Tanzania, insieme al Kenia è il paese che l’immaginario collettivo e centinaia di documentari hanno fissato sulle immagini del Kilimangiaro, di enormi mandrie di gnù o di zebre, degli animali selvatici più mitici: i big five, ovvero leone, pantera, elefante, bufalo rinoceronte. Earthviaggi propone un viaggio di 12 giorni in Tanzania, con partenza l’8 di agosto.
In Tanzania sorge anche il cratere di Ngorongoro, meta da sogno per chiunque sia appassionato di zoologia, in un ambiente senza uguali al mondo: è ciò che resta di un antico cono vulcanico, la cui cima collassata circa 2,5 milioni di anni fa, ha lasciato il posto a una conca di circa 20 km di diametro, con i bordi rialzati di circa 600 m rispetto al fondo, con un microclima particolarissimo.
Al suo interno si è sviluppata una savana dove vivono più di 25.000 grandi animali, fra cui gnu, zebre, felini, elefanti e ippopotami: esaltante seguire le mandrie lanciate al galoppo durante la grande migrazione e percepire la potenza e l’energia che si sprigionano tutto intorno.
Altra meta prediletta è il Parco di Serengeti, caratterizzato da sue savane di erbe basse punteggiate da acacie ad ombrello, dove si trova la più alta concentrazione di erbivori selvatici del mondo: immense mandrie di gnu, zebre e gazzelle che migrano alla ricerca di acqua e pascoli, seguite con attenzione dai grandi predatori, leoni, leopardi, ghepardi e iene.
Il Lake Manyara, sotto la scarpata della Rift Valley, ospita ambienti estremamente vari: si va dalle fitte foreste alimentate dalle risorgive, alle savane, alle zone acquitrinose a bordo lago. In quest’ambiente così particolare vivono grandi colonie di babbuini, cercopitechi e altre specie di scimmie, elefanti e giraffe, oltre a 380 specie di uccelli, che trovano con facilità cibo e acqua per sopravvivere.
All’estremo nord della Tanzania si trova il Lago Natron, uno specchio d’acqua fortemente alcalino e dai colori cangianti in grado di pietrificare gli animali: gli unici esseri – quasi – immuni al carbonato idrato di sodio (e ghiotti di cianobatteri!) contenuto nelle sue acque sono i fenicotteri rosa, che qui nidificano a milioni durante la stagione secca. Sulla linea dell’orizzonte, il cono perfetto dell’Oldoinyo Leng’ai, il vulcano sacro al popolo Masai.
a.d.