I Borghi Autentici d’Italia sono una Associazione che riunisce comuni, piccoli e medi, enti territoriali ed organismi misti di sviluppo locale, raccolti attorno ad un modello di promozione (locale) sostenibile, equa, rispettosa dei luoghi e delle persone e attenta alla valorizzazione delle identità locali.
L’obiettivo è quello di fare riscoprire i borghi italiani quali luoghi da vivere, sostenere e preservare. Negli anni questo progetto si è trasformato in un’iniziativa sempre più articolata e competitiva, fino ad assumere la forma odierna di una rete di borghi italiani dove le comunità sono le protagoniste principali assieme ad amministratori ed operatori economici, sociali e culturali dei luoghi.
Quindi per scendere nel concreto, i “Borghi Autentici” promuovono un progetto di sviluppo in sede locale che ha nei patrimoni esistenti i naturali punti di partenza per costruire strategie concrete e attuabili di miglioramento del contesto sociale, ambientale e produttivo locale.
Comunità Ospitali di Calabria: i borghi diventano luoghi da vivere nel quotidiano
Nei giorni alla BMT, la Borsa Mediterranea del Turismo, la più importante fiera B2B del Mediterraneo, l’Associazione dei Borghi Autentici d’Italia assieme alla Rete delle Comunità Ospitali di Calabria ed ai partner coinvolti nel progetto, hanno organizzato un workshop finalizzato a condividere vision e buone pratiche che hanno portato alla nascita della Rete.
Una “Comunità” composta da nove borghi ed altrettanti modi diversi di vivere una terra, una regione, una cultura. Però nove realtà che hanno deciso di fare “rete” e di dare vita alla Comunità Ospitali di Calabria, la nuova esperienza di co-progettazione nata dalla collaborazione fra BAI – Borghi Autentici d’Italia e Regione Calabria con la partecipazione di Legacoop e che coinvolge amministrazioni locali, realtà associative, operatori del comparto turistico, soggetti del terzo settore e cittadini.
«Quello organizzato alla BMT di Napoli è stato un evento molto partecipato – ha detto Rosanna Mazzia, nella duplice veste di sindaco di Roseto Capo Spulico e Presidente dei Borghi Autentici d’Italia – Per tale ragione siamo orgogliosi di aver potuto dare seguito al lavoro svolto insieme alla rete delle Comunità Ospitali della Calabria e di essere stati protagonisti anche alla BMT di Napoli. È stato aggiunto un altro step al lavoro di rete che coinvolge nove Comuni e nove Comunità protagoniste di questo percorso progettuale innovativo. Grazie a questo gioco di squadra vogliamo dimostrare che “un’altra idea di stare” è possibile, che bisogna abbandonare il luogo comune del “Borgo cartolina” per pensare e ripensare a “Borghi dove vivere bene».
Rigenerazione urbana e rigenerazione umana
«Attraverso la costruzione della rete delle Comunità Ospitali della Calabria, progetto strategico per la nostra Associazione – sono sempre parole di Rosanna Mazzia – vogliamo mettere a sistema il patrimonio materiale e immateriale dei Borghi, mettendo in correlazione la rigenerazione urbana e la “rigenerazione umana”. I nostri Borghi hanno bisogno di luoghi a misura di persona, dove poter sviluppare le proprie competenze in sinergia con le vocazioni naturali, sociali e culturali dei luoghi».
Un progetto per accogliere, attrarre e trattenere
La Rete delle Comunità Ospitali di Calabria rappresenta dunque il frutto di un percorso di co-progettazione e rigenerazione sociale che ha inteso valorizzare il patrimonio materiale e immateriale del territorio, inventando nuove forme di attrattività, lontane dalle logiche del turismo predatorio.
Non “borghi cartolina” quelli della rete quindi, ma comunità capaci di trattenere i cittadini residenti e di accogliere quelli temporanei, grazie ad azioni e iniziative che mettono al centro le persone, generando valore e stimolando la crescita economica e sociale del territorio. In pratica, un nuovo modo di vivere il territorio, seguendo una filosofia innovativa di accoglienza.
I nove borghi ospitali calabresi
Nello specifico i borghi coinvolti nella rete delle Comunità Ospitali della Calabria sono distribuiti fra le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone. Si comincia con Melissa, il “borgo cantina” dove il vino diventa vettore di una comunità autentica, per poi proseguire con Gizzeria, il “borgo di Ligea”, luogo ottimale dove costruire un nuovo progetto di vita.
Il terzo è Miglierina, il “borgo della luce”, che si distingue per la valorizzazione dell’ambiente locale, per la creatività e per l’accoglienza diffusa, Serrastretta, il “borgo della sedia” celebre per la valorizzazione della filiera del legno e per la qualità artigianale della sua falegnameria, Casali del Manco, il “borgo sano e plurale”, dove si respira l’aria più pulita d’Europa.
Laino Castello, il “borgo tra storia e paesaggio” ricco di tracce delle antiche civiltà e percorsi di cultura, San Lorenzo Bellizzi, il “borgo dell’outdoor” famoso per la sua rete di turismo ospitale (e per il suo prosciutto), Canna, il “borgo della musica”, che qui diventa linguaggio universale di una comunità viva. Infine Roseto Capo Spulico (un particolare nella foto sotto), il “borgo delle (diverse) abilità” in cui l’identità locale viene rielaborata in senso inclusivo.
«Il progetto è molto interessante – ha proseguito Maurizio De Luca, Vicepresidente Legacoop Calabria – le “cooperativa di comunità” rappresentano un modello d’impresa che è capace di fare qualcosa per la comunità e con la partecipazione della comunità. La sua forma cooperativa connota in maniera netta la sua vocazione “sociale”, coniugando gli obiettivi di un modello imprenditoriale con le esigenze della comunità e quindi delle persone. Legacoop sostiene da decenni questo modello e siamo convinti che possa rappresentare, oltre che un modo nuovo di fare impresa, un volano per la rigenerazione dei borghi, uno strumento capace di innescare evoluzioni e rivoluzioni culturali che sono alla base di un processo di rinascita».
Il viaggio di oggi: non chiederti più dove, ma chi
«La nuova prospettiva di turismo – ha chiosato la Travel designer Angela Donato – impone che lo stimolo a viaggiare sia mosso non più da dove si vuole andare, ma da CHI si vuole conoscere. Il senso sempre più diffuso di solitudine delle persone può essere trasformato in felicità attraverso esperienze di alto valore umano. La pandemia ha rappresentato per i borghi periferici un’opportunità di crescita. Il cambiamento è avvenuto nella testa delle persone e nei loro comportamenti e processi decisionali. Come sempre è il fattore umano a governare i cambiamenti epocali. La comunità al centro delle decisioni della co-progettazione della destinazione e del luogo che dovrà ospitare i fruitori del non-turismo, comunità che prende coscienza del valore del luogo dove vive. I migliori promotori di una destinazione, in quest’ottica, possono essere i residenti. Ogni comunità – ha completato Angela Donato – deve inventare il proprio percorso, deve essere stilista, sarta e indossatrice: deve ideare il suo cammino di crescita, cucirselo addosso, fare le dovute correzioni in corso d’opera e presentarlo al pubblico. Nei quattro giorni di formazione a Melissa Borgo Cantina sperimento questo processo di co-progettazione e creazione di una nuova destinazione».
Un modello innovativo, dunque, ma dalle radici affondate nella tradizione e dal cuore antico, di concepire una comunità come luogo dove vivere un’esperienza autentica per un tempo che può essere breve oppure lunghissimo. E dove al tempo stesso sentirsi parte di un modo di vivere il territorio, di fruire di spazi comuni, che ancora oggi ribadisce le proprie ragioni di essere.