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Il business delle piste ciclabili

Dieci itinerari da Nord a Sud Italia

Sono oltre 40 mila i cicloturisti che ogni anno attraversano le Alpi, dall’Austria arrivando in Trentino Alto Adige e transitando sulla Via Claudia Augusta Altinate. La Via Claudia Augusta, antica arteria romana che risale al primo secolo dopo Cristo unisce Altino (Venezia) a  Donauworth (Baviera) che grazie alla presenza consistente dei cicloturisti ha creato  un fatturato che va dai 50 ai 100 milioni. E’ solo un esempio del successo che stanno riscuotendo le “autostrade” delle bici, quasi seimila chilometri di piste ciclabili da Trieste alla Sicilia. Cresce la rete di ciclovie nazionale finanziate dal Ministero dei trasporti con 400 milioni di euro ai quali la legge di stabilità 2018 ne ha aggiunti altri 150. Ai quattro grandi itinerari scelti lo scorso anno dal Mit, se ne sono aggiunti altro sei: la ciclovia del Garda, la Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia, la ciclovia Adriatica, da Venezia al Gargano, quella della Magna Grecia, da Potenza a Pachino, in Sicilia, l’anello della Sardegna, da Santa Teresa di Gallura a Sassari, la Tirrenica da Ventimiglia a Roma. Le piste ciclabili, da Nord a Sud,  si inseriscono nell’obiettivo che da anni portano avanti le amministrazioni provinciali dello slow tourism, il turismo lento che valorizza i corsi d’acqua e il verde. Una nuova forma di turismo che da almeno un lustro sta decisamente crescendo. Sportivi e famiglie possono riscoprire il meraviglioso territorio nazionale, le peculiarità che variano da regione a regione, attraversandolo in sicurezza, immersi nel verde, con benefici al fisico e alla salute oltre che conoscere i prodotti tipici locali. La realizzazione è stato e continua ad essere un lavoro con più soggetti, iniziato prima di tutto dal basso, dagli amanti della bici, e sostenuto dagli enti locali che hanno intuito il grande business del turismo in bicicletta.

 

 

 

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