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Le tasse turistiche in Italia e nel resto d’Europa

Le origini della tassa di soggiorno in Italia risalgono ad oltre un secolo: fu infatti introdotta nel lontano 1910 per i centri termali e le stazioni balneari e successivamente ampliata dal regime fascista. Abolita una prima volta nel 1989, è stata gradualmente introdotta dai comuni italiani dal 2009, a partire dall’avvio del federalismo fiscale italiano, allo scopo di fornire risorse ulteriori a livello locale per investimenti nel settore turistico. Ad oggi sono oltre 800 le città e le località che hanno introdotto questo tipo di imposta, con un gettito totale nazionale che nel 2018 ha superato il mezzo miliardo di euro. L’Italia è infatti il Paese europeo dove la tassa è più diffusa e presenta mediamente gli importi più cari, anche se la regolamentazione italiana prevede un tetto massimo per tutti i comuni, con l’eccezione di Roma, che non può superare i 5 € a notte per persona. In Italia alcune categorie di persone sono inoltre escluse dal pagamento della tassa, fra queste i bambini fino ai 10 anni di età (a volte anche fino ai 14 anni o alla maggiore età), malati, disabili ed eventuali accompagnatori, autisti e guide turistiche, residenti, personale della Polizia e delle Forze Armate, e i viaggiatori che pernottano negli ostelli della gioventù.

LA TASSA TURISTICA NEL NORD, NEL CENTRO E NEL SUD ITALIA

Lo studio di Liligo sulla tassa di soggiorno comincia dalle regioni settentrionali, dove l’importo medio della tassa di soggiorno si aggira intorno ad 1,80 € a notte, a persona. Gli importi più alti (5 €) si registrano nelle città più grandi come Milano, Torino e a Venezia, mentre località balenari e naturalistiche (ad esempio Rimini, Jesolo, i laghi di Como e di Garda) presentano importi più contenuti, che non arrivano a superare i 4 € a notte e a persona. Riscendendo la Penisola il costo medio della tassa di soggiorno diventa più elevato, circa 1,90 € a notte e a persona. La media risulta in questo caso più alta per gli importi delle grandi città d’arte della Toscana, come Lucca (da 1 a 3 €), Siena (da 1,50 a 5 €) e Firenze (da 2 a 5 €), ma soprattutto per il costo particolarmente elevato che l’imposta raggiunge nella capitale: Roma infatti è la città con la tassa turistica più cara d’Europa, da 3 a 7 €. Il Mezzoggiorno d’Italia invece presenta le tasse turistiche più basse: da Palermo a Catania, da Olbia a Lecce, l’imposta di soggiorno non supera mai i 3 € a notte e a persona, e le uniche eccezioni nel Sud Italia sono rappresentate da rinomate destinazioni di nicchia come Taormina e le Isole Eolie, dove l’importo massimo può arrivare a 5 € a notte a persona .

LA TASSA TURISTICA IN EUROPA

Negli ultimi la tassa di soggiorno si è diffusa anche nel resto del continente. In alcuni casi si tratta di un’imposta fissa con importi molto bassi a Praga (0,58 € a notte, a persona) e a Lisbona (importo minimo di 1 €) e che nelle capitali più care come Parigi (dove non si superano i 4 € a notte, a persona) e Barcellona (importo massimo di 2,25 €) non raggiungono comunque le punte che si registrano in Italia. In alcune città europee l’imposta non è fissa, ma calcolata in base percentuale a seconda della categoria della struttura ricettiva in cui si pernotta, come a Vienna (il 3,02% del costo totale dell’alloggio), a Berlino e ad Amsterdam, dove la percentuale rappresenta il 5 % del costo di pernottamento.

Fonte

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