Dopo aver visitato la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, Pantografo prosegue il suo itinerario fra le bellezze del Bel Paese dirigendosi a sud alla scoperta della Puglia. Una terra ricca di bellezza, dal mare alla campagna con le querce secolari e i possenti alberi di ulivi, dalle coste alte e rocciose alle spiagge bianche, dai piccoli e candidi borghi del Salento alle architetture barocche di Lecce, fino ai castelli fortificati di epoca borbonica e alle splendide masserie. I percorsi sono tanti e bene indicati grazie alle preziose guide realizzate dall’Agenzia Regionale del Turismo.
Partiamo con il periplo del Gargano, oggi Parco Nazionale, muovendoci poi in direzione del “tacco dello stivale”. Il territorio è molto vario: si va dalle scogliere sul mare alle foreste dell’interno. Dal Comune di Mattinata è possibile godere della vista sui faraglioni della Baia delle Zagare, mentre da Vieste si apre il panorama sul monolite di Pizzomunno: due scorci da non perdere.
Lungo la costa fra Vieste e Peschici si possono ammirare i caratteristici trabucchi, antiche strutture che consentono la pesca dalla costa rocciosa senza doversi allontanare da terra, soprattutto nei giorni in cui il mare è burrascoso. Alcuni di essi oggi ospitano dei ristoranti. Da Rodi Garganico, famosa per i suoi agrumi e per l’antico limone “Femminello”, sono visibili le Isole Tremiti, in particolare nelle giornate limpide, quando il cielo è terso.
Lasciando il mare e proseguendo verso l’interno la natura diventa più selvaggia e il percorso più impegnativo (in special modo se avete deciso di muovervi in bicicletta). Vale però la pena di affrontarlo per conoscere la Foresta Umbra, così chiamata per la fitta vegetazione che la rende ombrosa, il Convento di San Matteo, fra i più antichi della Puglia, e il Santuario di San Michele Arcangelo, Patrimonio dell’Umanità. Arrivati a questo punto il consiglio è di recuperare le energie (oltre che di deliziare il palato) grazie ai prodotti e ai piatti tipici della zona.
All’inizio della passeggiata, per rimanere leggeri e allo stesso tempo idratati, una spremuta di agrumi locali è senz’altro indicata. Per uno spuntino fra una tappa e l’altra, portate con voi gli “scaldatelli”, taralli originari del foggiano realizzati con farina di grano tenero, olio extra vergine di oliva, vino e semi di finocchio.
Alla fine del giro, ci si può rinfrancare il corpo e lo spirito con una buona fetta di caciocavallo podolico del Gargano e con l’acquasala fredda, piatto tipico della zona a base di carosello, cipolla, sale, acqua, olio, una sbriciolata di origano del Gargano e pane di Monte Sant’Angelo. Continuando l’esplorazione dell’area si trovano le pendici del Gargano, le cave di pietra di Apricena, l’Alto Tavoliere delle Puglie e Bovino, indicato come uno dei “borghi più belli d’Italia” dall’associazione che promuove i piccoli centri con un importante valore storico e artistico. Lungo il percorso non può mancare un sorso di “Nero” di Troia, magari accompagnato da uno spuntino a base di prosciutto crudo di Faeto e olive di Cerignola.
Se siete degli appassionati di architettura contemporanea, allora due tappe interessanti sono San Severo e Orsara, dove si concentrano diverse opere di Raimondo Guidacci, architetto originario della Puglia con base a Torino. Pantografo segnala in particolare la “Casa d’angolo” a San Severo, fra tra via Colombo e via Balbo, e le due case gemelle a Orsara, la prima in via Trento, la seconda in via Cadorna. Entrambi i progetti si caratterizzano come degli innesti studiati per innescare riflessioni sulla convivenza fra la memoria e i linguaggi della contemporaneità.
Il viaggio continua lungo tutta la costa pugliese, da quella adriatica a quella ionica. Il punto di partenza sono le saline più grandi d’Europa situate all’interno della riserva naturale di Santa Margherita di Savoia, nota per essere un concentrato di biodiversità. Qui, per esempio, sono ormai di casa i fenicotteri. Nuovamente, per i cultori dell’architettura contemporanea una buona idea è fare tappa a Barletta, dove è possibile osservare uno dei migliori esempi di edilizia residenziale convenzionata del Mezzogiorno. Si trova in viale Giulini ed è opera dello studio di architettura Alvisi Kirimoto, per il 50% di origini pugliesi. L’intervento, sobrio e lineare, mira a inserire un segno pulito e ordinato nel contesto urbano. Ma prima di lasciare la città, il Castello di Barletta merita certamente una visita.
A questo punto potrebbe esservi venuta fame: un salto a Bari Vecchia, area fra le più suggestive del capoluogo, sarà l’occasione per assaggiare la tipica focaccia pugliese, il panzerotto alle cime di rapa e le orecchiette fatte a mano.
Se desiderate lasciare la costa ed esplorare l’entroterra di Bari, invece, prima di tutto fate incetta di ciliegie “ferrovia”, tipiche della zona. A quel punto si può partire alla volta di Conversano, città d’arte, delle Grotte di Castellana, con il loro complesso speleologico, di Alberobello con i suoi trulli, Patrimonio dell’Umanità. Ritornando verso la costa merita senz’altro una visita il centro storico di Polignano a Mare, articolato su un promontorio a picco sull’Adriatico. Le acque sono limpidissime e continueranno a esserlo sempre più spostandosi a sud.
Numerose sono le tappe che si possono fare in quanto il territorio è denso di bei borghi e seducenti spiagge. Molto consigliata una capatina al pittoresco porticciolo di Monopoli con i suoi gozzi colorati, un tuffo a Capitolo fra le sue limpidissime acque, una scorpacciata di ricci di mare a Savelletri e una passeggiata a Ostuni, chiamata anche la città bianca per il suo caratteristico centro storico interamente dipinto con la calce.
Proprio da Ostuni si può decidere se proseguire verso l’interno, visitando per esempio Martina Franca, Locorotondo, Gioia del Colle e Altamura, luoghi ideali per assaggiare un ottimo pane e delle deliziose mozzarelle, oppure proseguire lungo la costa alla volta di Lecce, città simbolo del trionfo del barocco pugliese dove è il caso di fermarsi qualche giorno.
Non andate via senza aver gustato i rustici, il pasticciotto, la ricotta ˈscante e, soprattutto, un buon piatto di Ciceri e Tria (pasta locale fatta a mano con i ceci), magari sorseggiando un bicchiere di Primitivo o di Negroamaro.
Lasciata Lecce, ad appena 12 km di distanza si trova l’antico borgo fortificato di Acaya, con il castello risalente ai primi anni del 1500. A questo punto, soprattutto in primavera o nelle stagioni meno affollate, non potete perdere le spiagge di San Foca e di Torre dell’Orso: qui il mare rapisce grazie alle sue acque cristalline. Tra i due siti si trova poi la straordinaria Grotta della Poesia. Andando avanti, dopo Otranto, si arriva fino a Santa Maria di Leuca, lì dove l’Adriatico incontra lo Ionio. Risalendo la costa ionica, appena nell’entroterra, si trova Nardò, altro gioiello del barocco leccese. Prima di raggiungere il Golfo di Taranto, dove potrete assaporare delle ottime cozze, il suggerimento è di fare una passeggiata fra le masserie intorno a Crispiano (alcune delle quali sono diventate strutture ricettive) e una visita al Parco Naturale “Terre delle Gravine”.
Probabilmente dopo questo viaggio, oltre a esservi riempiti occhi e cuore di bellezza, avrete messo su qualche chilo di troppo, ma non preoccupatevi perché per il prossimo viaggio Pantografo ha in mente un territorio dove, nonostante le tante prelibatezze per il palato, le scalate e le escursioni alpine saranno all’ordine del giorno e terranno a bada grassi e calorie di troppo.
FONTE: PANTOGRAFO MAGAZINE http://www.pantografomagazine.com/puglia-sapori-architetture/