Basta seguire su Twitter gli hashtag appositi. Per ricevere invece email d’allerta ci si può iscrivere al Jack’ s Flight Club del “flight hacker” Jack Sheldon (jacksflightclub.co.uk) e alla newsletter di Scott Keyes (scottscheapflights.com)
Anche i computer delle compagnie aeree sbagliano. A volte vengono pubblicate online tariffe aeree a cui manca qualche zero, o che risentono di un cambio di valuta al ribasso. Lo scorso giugno, ad esempio -riporta Il Venerdì di Repubblica- la British Airways ha messo in vendita, a 195 sterline, biglietti di andata e ritorno da Londra per Dubai. Un glitch -errore- tira l’altro e, in contemporanea, Londra-Tel Aviv, sempre andata e ritorno, si vendeva a 167 sterline.
Un errore pari più o meno al 50 per cento. In un giorno -tanto ha impiegato la compagnia aerea ad accorgersi dell’ errore- i biglietti sono andati, ovviamente, a ruba. Chi aveva prenotato a ridosso della data è felicemente partito, chi aveva programmato la partenza con calma si è visto invece annullare i biglietti.
British Airways ha chiesto scusa, offerto un bonus di cento sterline oltre al rimborso, ma ha provocato una valanga di critiche sulla stampa inglese. La materia è infatti spinosa: il cliente dovrebbe avere sempre ragione e ancor di più se l’ errore non è il suo. In effetti, il 60-70 per cento delle volte, le error fares – ovvero le tariffe sbagliate – vengono onorate, e prima del 2015 le compagnie aeree erano obbligate a farlo.
Poi decisero di trincerarsi dietro il cosiddetto “senso comune”: se la tariffa è irrisoria, l’acquirente dovrebbe capire da solo che si tratta di un errore. Sembra semplice, ma allora che dire di quei voli promozionali offerti appositamente a cifre irrisorie, come un Ryanair che nel 2013 offriva Cuba a un solo penny, o dell’ultima promozione di Air Asia: cinque milioni di biglietti a partire da 4 dollari?
Tornando al famigerato volo Londra-Tel Aviv, la British Airways è ancora più nei guai: la compagnia low cost ungherese Wizz Air ha colto l’occasione per acquisire nuovi clienti, proponendo sulla stessa tratta, sempre andata e ritorno, un biglietto a 217 sterline.
Ma allora qual è il prezzo giusto per un biglietto aereo? La realtà è che nessuno lo sa davvero. Il passeggero che viaggia accanto a noi può avere pagato il doppio, oppure la metà o anche un decimo, dipende solo da quando, dove e come ha comprato il suo biglietto.
Grande è la confusione nel cielo, e le error fares sono ormai di dominio pubblico. Basta seguire su Twitter gli hashtag appositi per volare in business da Miami a San Paolo per 394 dollari o da Praga in Australia o Nuova Zelanda a 154 sterline.
Per ricevere invece email d’ allerta ci si può iscrivere al Jack’ s Flight Club del flight hacker Jack Sheldon (jacksflightclub.co.uk) e alla newsletter di Scott Keyes (scottscheapflights.com). L’ essenziale è essere pronti a partire in qualsiasi momento e per qualsiasi luogo. In un certo senso, si recuperano poesia e avventura del viaggio.