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Dalle missioni umanitarie al volontariato con il CISOM, la storia di Paolo che insegna italiano ai piccoli profughi afghani e ucraini

Giornata Internazionale dell'Alfabetizzazione giovedì 8 settembre

Un dizionario, un fumetto in lingua persiana e un piccolo libretto con le principali
nozioni di grammatica italiana: con questi strumenti Paolo Casotto, volontario del Gruppo Vicenza del
Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta – CISOM, ha avviato un corso di italiano gratuito
rivolto a due bambini afghani Hojatullh e Rahullh – rispettivamente di 12 e 10 anni – per facilitare il loro
inserimento scolastico e avviarli verso un percorso di integrazione e di inserimento autonomo nella società di
accoglienza. Militare in pensione, dal 1998 Casotto svolge il servizio di volontariato nel CISOM, cercando di
portare un po’ di quell’esperienza acquisita durante le diverse missioni all’estero, tra cui quelle in Afghanistan
e in Bosnia. “Le lezioni sono partite a metà maggio, quando la Cooperativa Pari Passo di Vicenza ci ha
chiesto un supporto. Avevo avuto un’esperienza simile durante una missione militare all’estero e così mi
sono messo a disposizione per avviare questo progetto – spiega Paolo Casotto – Ad essermi d’aiuto in
questa impresa è stato un piccolo libretto con le regole di grammatica italiana più importanti, declinate anche
in inglese e persiano, che ho creato appositamente”. Per prima cosa, il volontario ha cercato di conquistare
la fiducia dei due bambini instaurando con loro un rapporto di amicizia. Per catturarne l’interesse, ha poi
mostrato alcune foto scattate quando era nel loro paese. Un gesto che ha permesso di avvicinarsi ai bimbi
con empatia, parlando del loro mondo. I genitori di Hojatullh e Rahullh – che prima dell’evacuazione militare
dell’agosto 2021 lavoravano per il contingente militare italiano – sono arrivati in Italia insieme ai due figli a
settembre 2021 e dopo una prima fase iniziale in cui hanno vissuto in una struttura di accoglienza, a inizio
2022 sono arrivati a Vicenza. Appartengono alla popolazione hazāra, un’etnia molto umile, da sempre vittima
di discriminazioni e persecuzioni, che originariamente viveva di agricoltura e pastorizia e che solo molto
tempo dopo ha cercato di emanciparsi attraverso la scuola e l’istruzione. “I due ragazzi, come anche i loro
genitori, sono fieri di essere hazāra ed esprimono questa fierezza in ogni occasione; erano contenti quando
ho raccontato loro di essere stato a Herat e di aver conosciuto i vari dialetti, incluso il loro, il Dari. – racconta
il volontario CISOM – Dopo aver conquistato la loro fiducia, ho organizzato le lezioni prendendo come spunto
argomenti riconducibili al loro paese per creare collegamenti che fossero utili all’insegnamento dell’alfabeto,
dei numeri e dei verbi, facendo domande alle quali dovevano rispondere in italiano. Sono dei ragazzi molto
intelligenti, curiosi, desiderosi di apprendere e felici di poter frequentare le lezioni”. Passione e amore verso il
prossimo: sono questi i sentimenti che hanno spinto Paolo ad intraprendere questa esperienza. Il corso si
svolge due volte alla settimana, dalle 9 alle 12, in un’aula messa a disposizione della Parrocchia San Paolo
di Vicenza. Ogni volta che Paolo incrocia gli occhi di Hojatullh e Rahullh vede in loro la gioia di vivere, la
voglia di imparare, di sapere sempre di più e, cosa ben più importante, intravede la speranza per un futuro
migliore, nonostante il bagaglio di vita pesante che hanno alle spalle. Per quanto la loro terra abbia offerto
poco a questi due bambini e la speranza di tornare a casa sia molto flebile, l’invisibile cordone ombelicale
che li lega all’Afghanistan è lontano dall’essere tagliato: “Se c’è un oggetto che custodiscono gelosamente e
da cui non si separerebbero per nessuna ragione, è il loro telefonino, l’unico collegamento che hanno con la
loro casa. – riferisce il volontario – Quando durante le lezioni parliamo di qualcosa che ha a che fare con la
città di Herat o di Kabul, loro prendono subito il telefonino e si mettono a cercare su internet per saperne di
più”. Il corso proseguirà fino alla fine dell’anno e non è escluso che nei prossimi mesi Hojatullh e Rahullh
troveranno nuovi compagni ad attenderli in classe. Nel frattempo, Paolo Casotto da qualche settimana è
impegnato con un secondo corso di italiano, questa volta rivolto alla popolazione ucraina fuggita a causa
della guerra e che ha trovato rifugio in Italia. Tale iniziativa rientra tra le tante che il CISOM, insieme ai vari
raggruppamenti locali, stanno portando avanti per assistere e supportare i profughi. “Come sempre metterò
a disposizione la mia esperienza e cercherò di aiutarli affinché riescano ad integrarsi socialmente e possano
trovare anche un impiego lavorativo”.

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