di FILIPPO COPPOLETTA
“Il prossimo Ministro della Giustizia dovrà fare il contrario di quanto è stato fatto fino ad oggi”. Lo ha dichiarato il Procuratore Capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso di un’approfondita intervista rilasciata a La Nuova Calabria all’interno del suo nuovo ufficio in piazza Stocco, sede di quella che a breve diverrà ufficialmente la nuova Procura Distrettuale.
Gratteri ha appena concluso l’incontro con la stampa e, dopo essersi intrattenuto con i vertici delle forze dell’ordine, apre per la prima volta le porte del suo ufficio alle telecamere.
Lo fa in un giorno importante per la Calabria e per l’intero Paese. Da poche ore, il capo della Dda, ha infatti lanciato solo l’ennesima operazione anti ‘ndrangheta che ha portato alla notifica di oltre 200 ordinanze di custodia cautelare in un blitz denominato “Il Sistema” e concentratosi maggiormente nel territorio provinciale cosentino.
LA NUOVA PROCURA
Nel giorno del suo insediamento a Catanzaro, il 16 maggio del 2016, Gratteri manifestò sin da subito il desiderio di creare una sede apposita per gli uffici della Procura. Il Ministero della Giustizia pagava a Catanzaro, ogni anno, 1 milione e 700 mila euro di affitti. “È nel mio modo di agire pensare alla sinergia, a risparmiare, all’utilizzare al massimo i beni pubblici e tutto ciò che è nel patrimonio dello Stato”. Gratteri individua dunque l’ex Ospedale militare in piazza Stocco – “un magnifico Convento del 400” – e dopo pochi mesi l’iter per ottenere il palazzo si sblocca. Oggi sono ancora in corso i lavori di trasloco. Auto e mezzi fanno avanti e dietro dagli uffici della Corte d’Appello per trasferire documenti e faldoni. Nell’ufficio del Procuratore troviamo i tecnici intenti a collegare i cavi di rete e sistemare la scrivania.
“Ho cercato di ricostruire questa Procura su due piani: psicologico e morale – ci spiega Gratteri – Il primo perché questa sede era composta da magistrati di grande valore ma demotivati e rassegnati, il secondo mettendo mano alla logistica”. Il Procuratore inizia così i suoi tanti viaggi verso Roma per ottenere i finanziamenti necessari e dopo pochi anni ecco che gli uffici sono ora in rotta di inaugurazione, evento che potrebbe avvenire presumibilmente “tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre”.
La nuova Procura di Catanzaro sarà inoltre accessibile al pubblico. Lo aveva promesso Gratteri e lo rimarca nel corso dell’intervista. “Con le giuste richieste e i preavvisi del caso, le associazioni potranno svolgere convegni e concerti nel chiostro del palazzo”.
GRATITUDINE? PIÙ DAI CALABRESI CHE DAI CATANZARESI
Il supporto è per Gratteri fondamentale nella sua opera di contrasto alla criminalità organizzata e importante diventano dunque le manifestazioni di affetto e di sostengo per lui ed il pool di magistrati che lo accompagna. Portato a conoscenza di una di queste manifestazioni di gratitudine da parte di un cittadino che, qualche giorno fa, si fermava dinanzi il portone del nuovo palazzo per ringraziare gli agenti presenti ed il Procuratore per il proprio lavoro, Gratteri, senza freni, non nasconde di sentire maggiormente l’affetto della Calabria più che della città di Catanzaro. “Anche noi abbiamo dei momenti di difficoltà perché gli attacchi non mancano” dice il Procuratore, invitando tutti, indistintamente, ad operare bene nel proprio settore, “dare il massimo, essere un buon cittadino, andare oltre i propri compiti, impegnarsi nel sociale, aiutare e stare vicino a chi ha bisogno”.
POLITICHE ALLE PORTE: “NO COMMENT”
In vista delle votazioni di Settembre, approfittiamo per chiedere al Procuratore se lo convincono i programmi elettorali sotto il piano della giustizia e dell’antimafia. Non risponde “per non fare politica”, dicendoci che avrà modo di commentarli in futuro, ma lancia un invito ai cittadini a votare liberamente, secondo coscienza, senza scegliere il candidato che ha promesso un posto di lavoro: “Vi stanno prendendo in giro!” evidenza.
AL NUOVO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: FACCIA IL CONTRARIO DELLA CARTABIA
Con un Presidente del Consiglio dimissionario, il nuovo Parlamento sarà subito chiamato alla prova della fiducia per l’Esecutivo che verrà. Presumibilmente al Dicastero della Giustizia arriverà un nuovo Ministro al posto dell’attuale costituzionalista Cartabia, la cui riforma ha trovato spesso il parere fortemente critico del Procuratore Gratteri e in questa occasione il commento è perentorio e deciso: “Il nuovo Ministro dovrà fare il contrario di quanto fatto finora” dice fermamente il capo della Dda catanzarese.
LA RICETTA GRATTERI
L’Italia in questo periodo è alle prese con la carenza sul territorio di ben 1.647 magistrati. Contemporaneamente 250 pm e giudici operano fuori ruolo, impegnati in attività amministrative in commissioni e Ministeri.
“Con questa carenza penso che si potrebbero far rientrare in ruolo almeno un centinaio di questi magistrati” dice Gratteri, specificando che il ruolo attualmente ricoperto da questi giudici possa essere portato avanti da professionisti ed esperti conoscitori della materia. Secondariamente, la proposta di Gratteri, guarda alla possibilità di attuare una riforma per alzare l’età pensionistica dei magistrati. “I 70 anni di oggi non sono più quelli di ieri, un magistrato potrebbe tranquillamente proseguire, su base volontaria, per qualche anno in più, la sua attività” suggerisce il Procuratore.
*NORME FOLLI” IN MATERIA DI TRASFERIMENTO
Dopo il mancato approdo alla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Gratteri dovrà ora trovare una nuova Procura da guidare ed in cui fare domanda in vista della scadenza del suo incarico. Nelle ultime ore è trapelata la notizia che il Procuratore abbia già avanzato domanda per Napoli al posto del collega Melillo. Il 16 maggio del 2024 Gratteri dovrà comunque lasciare Catanzaro e non ci sono possibilità di una proroga per espresse disposizioni di legge. “Potrei tornare Sostituto alla Procura ordinaria, interessandomi di reati contro la Pa, fasce deboli, reati di natura sessuale ed economici”. Misure che Gratteri non condivide. “Sono delle follie” tuona il Procuratore.
TRENT’ANNI DA FALCONE E BORSELLINO
A trent’anni dalle stragi di Capaci e Via d’Amelio, chiediamo al Procuratore come e quanto sia cambiato il modo di agire delle mafie e come quello di reagire da parte dello Stato.
“Le mafie non hanno più bisogno di uccidere – afferma – riescono a corrompere più facilmente grazie all’abbassamento della morale e dell’etica”. Una trasformazione che porterebbe dunque la ‘ndrangheta ad essere sempre meno visibile, con la conseguenza che la gente è sempre meno preoccupata ed il potere politico ritiene che non sia necessario intervenire sul piano normativo, “anzi – conclude Gratteri – negli ultimi anni abbiamo avuto numerose leggi recarti un chiaro messaggio di modifiche a maglie larghe”.