“Resto perplesso per la risposta del viceministro Leo alla nostra richiesta di prorogare il termine dell’adesione al Concordato preventivo biennale, in scadenza il prossimo 31 ottobre. Pur apprezzando gli sforzi del governo non è pensabile considerare solo le difficoltà oggettive dell’Esecutivo senza tener conto di quelle altrettanto oggettive della nostra categoria. Il fatto che tutte le sigle sindacali chiedano più tempo, così come i consulenti del lavoro e Assosoftware, rappresenta un evidente prova che non si è pronti a valutare l’adesione visti i continui cambiamenti normativi in atto. Io mi auguro che si riesca a differire il termine totalmente inadeguato del 31 ottobre e che ci sia ancora spazio per il dialogo”. Lo ha dichiarato Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale Commercialisti, nel corso della conferenza stampa svoltasi presso la sala stampa della Camera dei Deputati per illustrare i motivi dell’astensione dei commercialisti dello scorso 15 ottobre proclamata dall’Anc insieme a Andoc, Fiddoc e Unico. “Manca il tempo non per carenza di organizzazione o per boicottaggio dell’adempimento – ha aggiunto Cuchel. Il problema è che dobbiamo spiegare ai nostri clienti la portata di uno strumento modificato almeno 5 volte. La circolare del 17 settembre e le due modifiche di ottobre che hanno introdotto modifiche sostanziali con il ravvedimento speciale e l’inasprimento delle sanzioni, che rendono di fatto inutili tutte le comunicazioni arrivate nei cassetti fiscali dei contribuenti. Segnalati anche blocchi telematici con impossibilità dei colleghi di accedere ai cassetti fiscali dei clienti”.
Proprio il viceministro al Mef , Maurizio Leo, in un videomessaggio indirizzato ai commercialisti ha sottolineato la difficoltà ad accogliere la richiesta di proroga stante i tempi ristretti e la necessità di avere numeri certi in fase ormai avanzata di strutturazione della Manovra di bilancio.
La necessità della proroga è stata ribadita anche da Domenico Posca, presidente dell’Unione italiana Professionisti: “Questa è un’astensione molto rilevante in un momento in cui siamo davanti a un provvedimento straordinario tanto straordinario ci sono state modifiche fino alla settimana scorsa per cui è assolutamente indispensabile un rinvio della scadenza. Ovviamente la richiesta di rinvio è motivata dal fatto che i contribuenti devono essere da noi adeguatamente istruiti sulla scelta da compiere. E il tempo, onestamente, non c’è, oggettivamente non c’è”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Mario Michelino, presidente Andoc: “Si vede una chiusura totale del governo sull’ipotesi di una proroga. Ci lascia perplessi perché la norma impatta sull’ordinamento tributario e senza l’apporto dei commercialisti che sono in prima linea, tutto questo diventa impossibile. Questo vale non solo per il Concordato ma anche per le altre norme relative alle misure fiscali. Il Concordato insieme al ravvedimento rappresenta uno strumento potente e serve la possibilità di metabolizzare dati ma di fronte a continue incertezze normative il contribuente non avrà la possibilità di scegliere con la dovuta cautela”.
Sul fronte politico possibilista si è dichiarato Alberto Gusmeroli (Lega), presidente della commissione Attività produttive della Camera: “Sono favorevole al dialogo e se si potesse arrivare a una proroga di 15 giorni sarebbe auspicabile”.
Per la maggioranza di governo è intervenuto anche Andrea De Bertoldi (Gm): “L’attenzione verso i professionisti del governo è chiara e definita. Di sicuro esistono problemi legati alle tempistiche che, tuttavia, ci sono sempre stati. Tutti i governi si sono caratterizzati per essere arrivati troppo sotto le scadenze. Ma al di là delle responsabilità dei ritardi apprezzo la protesta dei commercialisti e me ne farò interprete auspicando che venga mantenuta l’unità delle libere professioni e tra sigle sindacali e Consiglio nazionale”.
Virginio Merola (Pd), ha sottolineato: “Proveremo a portare a casa la proroga richiesta dai commercialisti anche se resto profondamente scettico sugli esiti e sull’utilità di questo strumento”.
Critica Luana Zanella (Avs): “Innanzitutto sono stupefatta perché è stato necessario convocare addirittura questa conferenza stampa a fronte di un problema che doveva essere risolto per tempo, e speriamo di arrivare in tempo perché i diritti dei contribuenti e anche dei professionisti commercialisti vanno garantiti. Diciamo invece che queste misure dicono dell’incapacità del Governo di fare e di prendere a cuore il sistema contributivo nel suo insieme. Quindi siamo molto preoccupati e vedremo nel dibattito sulla legge di bilancio come presentare emendamenti opportuni per l’interesse generale”.
Scetticismo è stato espresso da Mario Turco (M5s): “Fin dall’inizio abbiamo espresso la nostra contrarietà a questo strumento che nasceva come collaborativo ma che è diventato uno strumento coercitivo: o aderisci o ti inserisco in un elenco di contribuenti che sarà attenzionato da controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Il governo ha la chiara esigenza di fare cassa, quindi nessuna compliance. Le 5 modifiche che aumentano le penalizzazioni creano contribuenti di serie A e serie B. Si viola lo Statuto del Contribuente anche attraverso una pubblicità ingannevole. La proroga alla fine arriverà ma non cancellerà le criticità con un forte danno erariale per le casse dello Stato”.