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AIFI: la fatica riguarda fino al 70-80% dei pazienti con sclerosi multipla e parkinson, e fino all’85% quelli con ictus

Convegno 'La Fatica nelle patologie neurologiche - Dalla pratica clinica alle basi fisiopatologiche'

La fatica nei soggetti con esiti di ictus, con Parkinson e sclerosi multipla: queste le tematiche attorno alle quali il 26 e 27 maggio scorsi si è svolto a Milano il Convegno dal titolo ‘La Fatica nelle patologie neurologiche – Dalla pratica clinica alle basi fisiopatologiche’, ospitato presso il Centro Congressi FAST. Una due giorni a cui hanno preso parte oltre 120 tra fisioterapisti, logopedisti e medici specialisti chiamati a confrontarsi e discutere sul percorso di recupero, gestione e cura di questo sintomo molto conosciuto dalle persone con disabilità neurologiche, ma ancora poco rilevato dai clinici.

– UN PROBLEMA DIFFUSO E SPESSO MISCONOSCIUTO: la fatica è una caratteristica ampiamente diffusa nelle patologie neurologiche: può riguardare fino al 70-80% dei pazienti colpiti da sclerosi multipla e malattia di Parkinson e fino all’85% dei pazienti con esiti di ictus. “Questo evento- ha spiegato all’Agenzia Dire la dottoressa Susanna Mezzarobba, presidente del GIS (Gruppo di Interesse Specialistico) in Fisioterapia Neurologica e Neuroscienze dell’Associazione Italiana di Fisioterapia (AIFI), ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili (Dinogmi) dell’Università degli Studi di Genova e Irccs Ospedale San Martino di Genova- ha voluto portare alla ribalta il tema della fatica nelle patologie neurologiche, problema sicuramente molto conosciuto, anche se ancora poco noto nei suoi meccanismi neurofisiopatologici”.
“Tutti noi- ha proseguito- conosciamo cosa sia la fatica fisiologica, ovvero quel senso di affaticamento e riduzione della performance dopo un evento prolungato, sia esso di tipo fisico che di tipo mentale. La fatica diventa patologica quando è pervasiva, sproporzionata all’attività svolta e il riposo non dà più i suoi benefici effetti. Il paziente la distingue rispetto alla normale stanchezza; si sente esausto, sperimenta un opprimente senso di stanchezza senza che questo sia giustificato dalla quantità di attività fisico-mentali che ha svolto”.
Tra le tre patologie al centro del convegno, la ‘fatica’ legata alla sclerosi multipla è sicuramente il sintomo a oggi più rilevato e studiato anche se in questi ultimi 10 anni la clinica e la ricerca stanno facendo passi importanti per rilevare e comprendere la fatica anche nella malattia di Parkinson e nello Stroke.
“In tutti questi pazienti comunque – ha sottolineato la dottoressa Mezzarobba- la fatica interferisce in modo veramente importante con le attività lavorative e si associa sempre ad un peggioramento della qualità di vita della persona. Nel 2013, al ‘World Parkinson Congress’, i pazienti hanno definito il problema ‘fatica’ come uno dei più importanti su cui la ricerca e la clinica sono chiamate a spendersi. Le relazioni presentate al convegno hanno descritto il sintomo ‘fatica’ come complesso, ancora difficile da interpretare e comprendere, molto spesso anche descrivere. E’ un sintomo soggettivo che si inserisce nella complessità di altri sintomi motori e non motori propri delle diverse condizioni patologiche e che diventano essi stessi tutti potenziali confondenti per l’individuazione della fatica stessa”.

– NUOVE IPOTESI PER LA VALUTAZIONE E LA CURA: “La Fisioterapia- ha precisato la dottoressa Mezzarobba- si sta dimostrando una delle possibili e promettenti chiavi di risposta per la interpretazione e gestione della fatica all’interno del progetto terapeutico. Non vi sono terapie farmacologiche goal standard per la ‘fatica’: sicuramente non nella malattia di Parkinson, sappiamo di più sulla sclerosi multipla, mentre è ancora da definire per ciò che riguarda l’ictus. Sicuramente ottimizzare la funzione con diverse tipologie e modalità di esercizi terapeutici, sia a carichi progressivi, che aerobici, che rimodulanti la qualità del movimento, è al momento un razionale di risposta. Così come è valido per altre tipologie di sintomi, anche la fatica può essere interpretata come una necessità di riorganizzare il movimento, recuperare e riapprendere nuovi schemi motori”.
“Le relazioni e il dibattito emerso nella due giorni di congresso- ha sottolineato inoltre la dottoressa Mezzarobba- hanno fatto emergere la necessità di una chiara tassonomia del sintomo fatica pur con livelli diversi di specificità, già in parte raggiunti nella Sclerosi multipla, da costruire in Parkinson e Ictus”.
Riconoscere e segnalare maggiormente il sintomo fatica è il presupposto fondamentale per poter individuare i criteri della sua rilevanza clinica e i diversi domini di funzione (mentali e fisici) che essa influenza. La dottoressa Mezzarobba ha ricordato infine l’importanza del dibattito sulle strategie di valutazione differenziale della fatica ipotizzando che solo individuando specifiche strutture di fatica del paziente possiamo essere in grado di costruire un efficace esercizio terapeutico. Un esercizio terapeutico che sarà diverso se dovrà gestire una fatica primaria cognitiva o fisica che sia, oppure una faticabilità; sarà ancora diverso se ci si troverà a gestire una fatica secondaria.
“La Fisioterapia- è intervenuto il dottor Simone Cecchetto, presidente di AIFI- si sta attestando sempre più come la scienza che cura le disfunzioni del movimento e che cura altre disfunzioni attraverso il movimento; eventi come quello di oggi lo rendono sempre più evidente. La fatica è un fenomeno complesso che può avere alla base diversi fattori come la neuroinfiammazione, il decondizionamento fisico indotto dall’ipomobilità, l’alterazione della percezione del senso di fatica, una discoerenza informativa che sovraccarica la programmazione cognitiva e motoria e molti altri ancora oggetto di studio”.
“Nell’evento di oggi- ha proseguito il dottor Cecchetto- sono state tracciate alcune strategie di valutazione differenziale dei possibili diversi determinanti di fatica potenzialmente suscettibili di trattamenti diversi in pazienti diversi, una delle chiavi per la personalizzazione del trattamento fisioterapico, la ‘tailored physiotherapy’, che sarà il tema portante del nostro Congresso Nazionale che si terrà il 10 e 11 novembre a Bologna”.
“E’ stato poi molto interessante- ha concluso il presidente Cecchetto- vedere le nuove strategie fisioterapiche che si stanno diffondendo per aiutare le Persone con disabilità neurologica in cui la fatica diventa uno dei fattori influenzanti la qualità di vita: ad esempio la motor imagery, l’action observation, il sensory discrimination training, la graded exposure e tanti altri”.
L’attenzione allo sviluppo della scienza della Fisioterapia da parte delle istituzioni è stata testimoniata, tra l’altro, dalla presenza per tutto il convegno di presidenti o vicepresidenti dei quattro Ordini dei Fisioterapisti (OFI) della Lombardia recentemente insediatisi.

– UN EVENTO INTERATTIVO E COINVOLGENTE: “Le tre sessioni in cui si è articolato il programma del congresso- ha poi dichiarato la dottoressa Mezzarobba- sono state occasioni per far incontrare ricerca e clinica, far dialogare neurologi fisioterapisti e logopedisti. L’alta qualità delle relazioni e in particolare del numero delle domande dei partecipanti sono stati indicatori di interesse e partecipazione importante. Il buon numero di comunicazioni orali e la ricca sessione poster è stato l’indispensabile complemento a questo dibattito”.

 

FONTE: AGENZIA DIRE

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