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Il primo “virtual human” in grado di comprendere e produrre la Lingua dei Segni Italiana grazie all’intelligenza artificiale

La LIS approda ufficialmente nella contemporanea rivoluzione tecnologica

Milano è una città piena di energia e progetti che prende tanto, ma dà molto di più, moltiplicando ogni cosa”: con queste semplici, ma toccanti parole Fabrizio Caramagna definisce la metropoli meneghina, la quale accoglie ufficialmente un’altra innovazione avveniristica. Si tratta del primo virtual human in Italia capace di produrre e comprendere la LIS, ovvero la Lingua dei Segni Italiana. Dietro al lancio di questa innovazione c’è QuestIT, company toscana nata come spin-off dell’Università di Siena e specializzata nella realizzazione di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale, che per l’occasione ha stretto una partnership strategica con il Santa Chiara Fab Lab proprio dell’Ateneo senese, l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Gruppo per lo studio e l’informazione della Lingua dei Segni Italiana. La presentazione dell’avatar avveniristico è avvenuta presso l’Hotel Lombardia nella giornata di ierimartedì 17 gennaio, durante un evento ad hoc. “Per innovare il presente serve tanta ricerca e, soprattutto, la tecnologia giusta – afferma Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT – Per questo motivo abbiamo sfruttato le incredibili potenzialità dell’intelligenza artificiale per strutturare un assistente virtuale di ultima generazione che conosce alla perfezione la Lingua dei Segni Italiana. Grazie ad esso, potenziamo la «digital accessibility» e diamo l’opportunità ai cittadini sordi di accedere autonomamente ad informazioni e servizi offerti da enti e realtà del territorio come la Pubblica Amministrazione e le banche, ma i potenziali campi di applicazione sono innumerevoli: dall’organizzazione degli appuntamenti negli ospedali alla spiegazione di mostre o eventi culturali nei musei fino al chiarimento di materie o singoli concetti nelle scuole o nelle aule universitarie”.

Attualmente la tecnologia, in qualità di virtual assistant, può essere inserita all’interno di siti web, applicazioni, sistemi proprietari e persino totem interattivi. Una volta che la persona in questione si presenta dinanzi allo schermo e inizia ad interagire a suon di segni, l’avatar analizza le espressioni facciali del singolo, oltre ai suoi movimenti, e risponde utilizzando la LIS. In questo modo è in grado di offrire consulenze mirate ed efficaci, a seconda del contesto di riferimento, ai clienti sordi. Ma non finisce qui, infatti, sono previste a stretto giro una serie di lavorazioni utili a perfezionare lo stesso umanoide. “Stiamo già lavorando su quello che può essere l’evoluzione del prodotto – aggiunge Di Iorio – L’obiettivo è quello di offrire una tecnologia capace di tradurre simultaneamente le parole in segni. Già oggi, dopo una prima fase di training, è in grado di gestire le richieste della clientela in totale autonomia ed offrire così l’assistenza di cui le persone necessitano. Per l’organizzazione di questo progetto così ambizioso non potevamo che coinvolgere il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena oltre ad un ente di primaria importanza come il Consiglio Nazionale delle Ricerche e al Gruppo per lo studio e l’informazione della Lingua dei Segni Italiana”.

Una volta ultimate le presentazioni, QuestIT, in compagnia di IgoodI, avatar factory italiana, ha premiato anche il vincitore dell’Avacontest, anzi la vincitrice, ovvero Sarah Balestrieri. La giovane, insieme ad altri cittadini provenienti da tutta Italia, ha preso parte all’iniziativa che ha visto i singoli partecipanti tramutarsi in avatar e, oltre a vincere 2.500 euro, diventerà anche testimonial di imprese ed enti pubblici del territorio sotto forma di assistente virtuale.

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