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Oltre il Covid: “spostare l’attenzione, non per negare il problema, ma per attivare le risorse”.

I Ragazzi dopo due anni di pandemia: “Sono chiusi in se stessi e sempre più arrabbiati”

Ciò he resta di questi due anni di pandemia, lo raccontano soprattutto le problematiche psicologiche che i ragazzi hanno sofferto e soffrono ancora oggi

Siamo sicuri che siamo sulla strada giusta? Proteggere in maniera ossessiva con tanti consigli il corpo umano da un virus e nessuno si preoccupa su come difendere e proteggere la mente, forse stiamo esagerando ?

Ciò he resta di questi due anni di pandemia, lo raccontano soprattutto le problematiche psicologiche che i ragazzi hanno sofferto e soffrono ancora oggi, non riescono a dormire, sono depressi e, più di quanto non accadesse prima del Covid-19, pensano di farsi del male o persino a morire. “I problemi legati al modo in cui si vive la pandemia, non riguardano sono gli adulti ma soprattutto i ragazzi e i più piccoli e gli adolescenti, il rischio che entrino in gioco la depressione e una serie di disturbi, per esempio quelli legati al comportamento alimentare: “Molti adolescenti, trascorrendo in casa tutto il tempo, mangiano per riempire il vuoto e le ragazze, se mettono su qualche chilo, non vogliono più uscire”.

“I ragazzi non hanno più voglia di parlare di pandemia e di tutto ciò che ad essa è connesso. Nonostante le evidenti fatiche, gli adolescenti esistono ancora e parlano di amori finiti o non corrisposti, di sogni, ansie da prestazione, insicurezze corporee, rabbia verso le regole imposte dai genitori, di libri, musica e prime esperienze”. Tutto questo si aggiunge ai sentimenti di rabbia ed esasperazione: “Sono sempre più numerosi gli episodi in cui i ragazzi perdono il controllo e, in casa, esplodono. In alcuni casi lanciando oggetti o alzando le mani contro i genitori. Perché la rabbia toglie lucidità e loro sono arrabbiati con tutto il mondo, genitori, insegnanti, fratelli e sorelle. Credono che nessuno li capisca. E questo riguarda anche i bambini più piccoli”. Cosa si può fare? ….

 

FONTE

 

 

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