Sala Fontana, Museo del Novecento, courtesy © Comune di Milano Ph: Thomas Pagani
Con il suo segno luminoso l’opera sorprende dall’alto il visitatore che entra nella sala che dall’artista prende il suo nome. A chi si affaccia alle sue ampie vetrate, dalla posizione unica, dona uno sguardo inaspettato e privilegiato sulla Piazza del Duomo.
La Struttura è una delle più impegnative installazioni ambientali realizzate da Fontana con il neon. Un arabesco di luce fluorescente composto da decine di segmenti tubolari, piegati a mano che si snodava per 100 metri, sospesa con cavi di acciaio e una controsoffittatura appositamente allestita dagli architetti Baldassarri e Crisotti.
Con quest’opera l’artista concepisce l’impiego di un nuovo mezzo espressivo, la luce al neon, come uno dei raggiungimenti tecnici più significativi del Movimento Spaziale. Il nuovo Concetto spaziale è l’inizio di un’espressione nuova tanto cara a Fontana che a Milano sperimenta il proprio linguaggio artistico.
Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, 1951, Tubo di cristallo con neon bianco | Courtesy Fondazione Lucio Fontana
Ed è per lo stretto legame con la città che ho pensato di scegliere quest’opera.
La sala, completamente vetrata, rende ben visibile il neon dall’esterno. Mi piace immaginare che proprio l’opera di Fontana, con il suo sguardo che domina dall’alto, e il nostro museo, proiettato nel cuore della città, abbraccino la piazza ora deserta e siano un segno di speranza e di luce per tutti noi e per il nostro futuro.
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