Sono nove i capitoli del progetto proposto dal premier per far ripartire l’Italia
di Nicoletta Cottone
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Digitale, infrastrutture, sostenibilità, competitività, sostegno alle filiere produttive, ma anche ricerca, inclusività, una Pa più moderna, una giustizia al passo con i tempi. Sono nove i capitoli di ”Progettiamo il rilancio”, piano proposto dal premier Giuseppe Conte nel corso degli Stati generali. «Non vogliamo ripristinare lo status quo, ma migliorare il paese», ha annunciato Giuseppe Conte facendo il punto sulla prima giornata di lavoro degli Stati generali dell’economia insieme ai ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e dell’Innovazione Paola Pisano.
Un progetto in itinere
Un progetto in embrione e in itinere, che potrebbe essere modificato in corso d’opera in base ai suggerimenti emersi nel corso degli incontri degli Stati generali a villa Pamphili, dribblati dall’opposizione. Con l’Unione europea che ha chiesto, per voce della presidente della Commissione Ursula von del Leyen, riforme ambiziose. C’è il sogno della digitalizzazione accarezzato da anni, quello delle infrastrutture mancate che ci fanno apparire la Cenerentola d’Europa, soprattutto per i collegamenti con il Sud. C’è l’Italia delle meraviglie, con il suo patrimonio artistico e culturale da rilanciare, c’è l’industria bloccata dal lockdown, con le imprese in gravi difficoltà che tentano la ripartenza. Ci sono un milione di nuovi poveri causati dall’emergenza Covid-19 che hanno bisogno di risposte. Ecco, nel dettaglio, i nove punti del piano
1. Un Paese digitale
É il primo punto del piano Conte, declinato in 5 voci. Si parte dal ”tutti connessi”, puntando su una rete nazionale unica in fibra ottica e sul 5G. Poi investimenti da una parte per rafforzare la cybersecurity e dall’altra per il digitale del Paese, dall’intelligenza artificiale alla robotica, ai servizi di cloud. E poi la promozione dei pagamenti digitali e il piano Cash less. E superare il digital divide grazie a voucher per famiglie e imprese, alla rete unica per le cosiddette “aree bianche”, a Internet ultraveloce nelle aree rurali per sviluppare l’Agricoltura 4.0.
2. Infrastrutture più efficienti
Sul punto il piano Conte vuole infrastrutture più sicure ed efficienti. A partire da un’Italia iperconnessa assicurata da una rete ferroviaria e stradale efficiente. Si parte dal completamento dell’alta velocità (Genova-Roma, direttrice adriatica, Roma-Ancona, Roma-Pescara, estensione in Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia), ai arriva all’integrazione tra reti Nord-Sud ed Est-Ovest. Fra le opere prioritarie, il potenziamento infrastrutturale dei nodi ferroviari, 13 direttrici ferroviarie, 39 opere stradali. E il potenziamento del trasporto regionale, da sempre notevole problema per i pendolari della Penisola.
Interventi anche sul fronte di porti, aeroporti, ferrovie per completare l’intermodalità dei trasporti. Su questo fronte di parte dalla creazione di Smart districts distribuiti sul territorio, interconnettendo i principali poli infrastrutturali esistenti (porti, aeroporti, grandi basi, arsenali, stabilimenti/poli manutentivi). Il programma prioritario per i porti prevede manutenzione, digitalizzazione, aumento della capacità portuale. Potenziamento, poi, dei collegamenti su ferro agli aeroporti dei principali nodi urbani. Poi modernizzazione della rete idrica, che in Italia fa acqua da più parti, intervenendo su accumuli e pompaggi per uso idroelettrico e irriguo, realizzando il “Piano dighe”, potenziando il “Piano acqua per l’agricoltura”, con manutenzione straordinaria del reticolo idraulico e interventi sui bacini di raccolta.