Verrebbe da dire facciamo come l’araba fenice quell’ uccello leggendario presente in molti miti dei popoli antichi che, dopo la morte, risorge dalle proprie ceneri in questo caso sarebbe piu’ opportuno dire macerie se parliamo di economia e dell’industria europea, italiana in testa..
I prezzi del gas sono alle stelle, i prezzi delle materie prime pure, e anche il differenziale dei costi di produzione con la Cina vanno in orbita, aprendo la strada alla chiusura di un settore industriale essenziale per il complesso industriale europeo. L’acciaio inox europeo, ormai verso i 6 mila dollari ha raggiunto un differenziale altissimo rispetto a quello cinese. Mentre quello orientale è rimasto a 3400 dollari alla tonnellata, il nostro è andato alle stelle.
Oggi l’Europa ha perso i due terzi del suo peso, assestandosi al 12%, mentre i cinesi sono saliti al 60%. «La fase rialzista dei prezzi non è terminata»
In Europa la crisi delle materie prime c’era già prima del Covid. Si veniva da un periodo di incertezze e tribolato, prima per le politiche ambientali nemiche delle attività produttive, poi per le incertezze legate alla pandemia. Questo ulteriore colpo rischia di essere quello definitivo per l’industria europea, italiana in particolare, con i distretti meccanici del nord Italia che si appoggiavano fortemente alle forniture di metallo provenienti dall’Ucraina. Ovviamente nessuno, né a livello europeo né nazionale, sembra interessato alla questione. Siamo partiti per la guerra, dichiarata da altri, completamente impreparati…”DISTRUGGERE TUTTO PER CONQUISTARE LE MACERIE” continua
FONTE scenarieconomici.it