“Il vino è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy agroalimentare: nell’ultimo decennio il suo export è cresciuto dell’80% ed è sicuramente il prodotto che più di altri esprime la storia e la cultura dei diversi territori del paese, è un po’ il nostro “oro nero”. Ma oggi siamo qui per difenderlo da attacchi pretestuosi, portati avanti in Europa anche grazie al complice silenzio di Bruxelles, che mirano a colpire non solo il vino, considerato dannoso per la salute, ma anche gli altri elementi di base della dieta mediterranea e, di fatto, del nostro Made in Italy”.
Lo ha detto il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila-Uil intervenendo al Vinitaly in corso a Verona, al convegno organizzato dall’Enpaia per presentare lo studio, realizzato insieme al Censis, su “Il consumo di vino al femminile”.
“A chi professa presunte strategie salutiste e vuole definire regole draconiane basate sempre più su precetti religiosi e non sulla semplice distinzione tra uso e abuso di un prodotto, andrebbe spiegato che qualsiasi alimento fa male se consumato in eccesso, anche l’acqua o il basilico; e andrebbe spiegato che ai consumatori interessa e andrebbe raccontata un’altra storia che parla del valore del vino come convivialità, condivisione, alimento da assaggiare, da leggere come fosse un buon libro. La ricerca presentata da Enpaia aggiunge un tassello prezioso a questa storia: il ruolo delle donne e la loro crescente consapevolezza su un uso corretto è fondamentale per insegnare la cultura del vino e raccontare tutto il percorso che porta dalla terra alla bottiglia, la fatica, le speranze, le aspirazioni, le intuizioni. E soprattutto il lavoro di decine di migliaia di addetti e imprenditori che l’Enpaia rappresenta e tutela”.