Nell’ultimo periodo incendi di portata apocalittica hanno colpito gli Stati dell’Oregon, Washington, California e Colorado, mandando in fumo una superficie record. Il fumo denso liberato dalle fiamme ha fatto notizia, per come si è addensato in una vasta area diminuendo, non poco, la radiazione solare.
I fumi densi, sfruttando la corrente in quota, hanno raggiunto l’Europa a partire dallo scorso 9 settembre. Ciò ha inciso sulla radiazione solare anche sulle aree del Vecchio Continente interessate dallo scorrimento di questi fumi in atmosfera.
Di giorno il fenomeno si è potuto apprezzare poco, con un impercettibile velo biancastro in cielo. La sera invece la presenza del fumo si è rivelata più chiaramente, con la comparsa di striature nere nel cielo, accompagnate da un sole via via più rosso verso il tramonto.
Il calo della radiazione solare, dovuto al fumo, ha portato giornate leggermente più fresche, ma di contro ha compresso la variazione termica giornaliera. Le notti sono quindi state meno fredde di quanto dovuto, ma tutta questa CO2 rilasciata in atmosfera in realtà non fa che contribuire al riscaldamento globale.
Questo aumento della CO2 atmosferica, pur non essendo di tipo antropico, produce un cosiddetto ciclo di feedback positivo. L’aumento delle temperature, prosciugando l’aria e la vegetazione, rende le foreste più vulnerabili allo scoppio di incendi.
I futuro i grandi incendi sempre più frequenti
Se gli incendi sono sempre esistiti, il loro numero tende ad aumentare. L’incremento più spettacolare è quello dei grandi incendi (mega-incendi), che ora trovano le condizioni ideali per esistere: vegetazione temperata soggetta a siccità e alte temperature.
Questo problema diventerà probabilmente sempre più grave nel futuro anche immediato. In California, ad esempio, il rischio di esposizione ai fumi (direttamente attribuibile a grandi incendi) aumenterà notevolmente nei prossimi decenni.
In questo 2020 sono stati ad esempio osservati tre mega incendi, mentre ad inizio secolo il fenomeno era rarissimo. A Gennaio enormi incendi record per dimensioni e durata si sono avuti in Australia, poi a luglio è stata la volta della Siberia prima del caso degli Stati Uniti.