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La pandemia da Covid non risolverà il problema del clima

Se qualcuno pensava che le restrizioni imposte dai governi a causa del Covid-19 potessero ridurre definitivamente l’emissione di gas serra derivante dalle attività umane beh, si sbagliava.

Durante la scorsa primavera, nel pieno della prima ondata di coronavirus, le emissioni di gas serra delle industrie dell’energia e dei trasporti crollarono, raggiungendo minimi storici. Il crollo potrebbe aver dato ad alcuni la falsa sensazione che i peggiori effetti del cambiamento climatico fossero stati mitigati. Nulla di tutto ciò.

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Covid e cambiamenti climatici, nulla è cambiato…

Nelle ultime settimane, ad esempio, abbiamo appreso che enormi ghiacciai si stanno staccando dalle calotte glaciali dell’Antartide e della Groenlandia, devastati da temperature sempre più elevate in entrambi i Poli. A loro volta tali ghiacciai accelerano l’innalzamento del livello del mare e rappresentano enormi minacce per milioni di persone che vivono nelle zone costiere.

Non solo, abbiamo assistito a devastanti incendi alimentati da venti caldi e secchi negli Stati Uniti occidentali. Incendi che hanno mandato in fumo milioni di acri, innescando evacuazioni di massa, causando decine di vittime e inondando l’atmosfera di fumo (giunto addirittura in Europa).

Se ciò non bastasse, l’Atlantico sta vivendo una delle stagioni di uragani più intense mai registrate, stimolata evidentemente dalle alte temperature della superficie marina.

Tutti questi eventi meteorologici estremi possono essere collegati al riscaldamento globale, causato dall’aumento dei livelli di anidride carbonica e altri gas serra che intrappolano il calore nell’atmosfera. Tali gas vengono prodotti principalmente dagli esseri umani attraverso la combustione fossile. “Il cambiamento climatico non si ferma a causa dei lockdown”, ha dichiarato Ilan Kelman, dell’University College di Londra.

In base all’accordo sul clima di Parigi del 2015, i paesi si sono impegnati a ridurre la produzione di carbonio per arrivare a contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C e se possibile, al di sotto di 1,5°C per evitare vere e proprie catastrofi climatiche. Raggiungere tale obiettivo significa dimezzare le emissioni annuali entro il 2030 circa, per poi portarle a zero entro ulteriori 20 anni.

Ma qualora dovessimo riuscire a raggiungere tale obbiettivo, il mondo non avrebbe fermato il cambiamento climatico, avrebbe solo impedito un peggioramento.

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