La letteratura scientifica e storica offrono ampie informazioni sulla gravità di una pandemia. La specie umana è stata sempre afflitta, periodicamente da virus che hanno prodotto un’elevata percentuale di contagi tra popolazione, e numerosissime vittime. Questi fenomeni sono detti epidemie quando colpiscono aree limitate del pianeta, ma quando si estendono come l’attuale, diventano pandemie.
L’attuale virus non è letale come altri del passato, inoltre, la scienza medica ha fatto progressi inimmaginabili. Sono state adottate misure di prevenzione impopolari, che comunque hanno ridotto sensibilmente la velocità di contagio della pandemia.
È insensato colui che da medico ha paragonato questo virus con una normale influenza. Ha dato voce a coloro che negano la sua esistenza.
In passato le pandemie uccidevano migliaia e migliaia di persone. Quando giungevano si sapeva che la percentuale di vittime sarebbe stata altissima. Probabilmente coloro che negavano la sua esistenza, a quei tempi non c’erano come invece abbiamo visto ai giorni d’oggi manifestare.
In democrazie come quelle occidentali è impossibile adottare misure di prevenzione che ostacolerebbero i contagi. In Cina, da ciò che trapela sono riusciti a controllare il dilagare di questa micidiale epidemia, con maniere estreme da limitare completamente la libertà personale, imporre il ricovero coatto a coloro che si erano infettati, l’isolamento controllato a risultavano asintomatici.
In Italia, ma soprattutto all’estero, i contagiati che non presentano sintomi in varie occasioni sono stati individuati andare a spasso come niente fosse, e disseminare il contagio. Costoro sono dei delinquenti.
La politica nei paesi occidentali è fortemente ostacolata dalla modesta cooperazione della popolazione, che non ha la consapevolezza del valore della nostra democrazia e libertà.
In questi giorni si parla di coprifuoco, di un qualcosa di impensabile. Ebbene è stato adottato in alcune città tra le più democratiche del mondo. Questo perché la scienza ha avuto la possibilità di esprimere la gravità della situazione, ma soprattutto della potenziale evoluzione della pandemia.
C’è capitato di leggere numerosissime proteste da parte di coloro che vorrebbero condurre la vita come niente fosse. A chi non piacerebbe farlo.
Chi patisce la sofferenza di malattie molto gravi, chi ogni giorno combatte con queste, ha perso quella libertà, quantomeno in parte. Tutti noi dobbiamo rispetto a valori essenziali che sono la vita, gli altri, la libertà acquisita. Le pandemie passano e tutto tornerà come prima, ma serve parecchio tempo.
La libertà, la democrazia impediscono alla politica di adottare decisioni drastiche che ridurrebbero sensibilmente i contagi. Ben sappiamo che quanto ho scritto è impopolare. Io stesso vorrei essere libero di uscire e non indossare la mascherina. Di incontrare gli amici liberamente, passeggiare per le strade come facevo sino all’inizio di questa disgrazia, ma sono consapevole che ciò non è possibile.
Anche io, i miei cari, gli amici, tantissimi sconosciuti a me, stiamo patendo i danni economici provocati dalla pandemia. Ma abbiamo la consapevolezza di quanto grave possa essere un’epidemia incontrollabile come quella del Covid. E allora dobbiamo collaborare con le autorità che fanno scelte impopolari per tutelare noi e gli altri.
Questa epidemia ha un potere di contagio molto elevato, più alto di quella di una normale influenza. Ed è per tale motivo che gli esperti sono stati spesso contraddittori nelle loro affermazioni. Di questi virus si conosce relativamente poco, e ciò spaventa soprattutto coloro che si occupano tutti i giorni di questa grave malattia.
L’Italia rispetto a molti altri paesi del mondo è apparsa come un modello da imitare, eppure siamo tra i più colpiti da questa malasorte. Immaginate per un momento solo se nulla fosse stato fatto per limitare i contagi, avremmo contato ben più vittime.
La politica ha l’onere ben ponderato, impopolare, a volte anche severo di imporci restrizioni alla nostra libertà, ed evitare, però, una chiusura totale del nostro paese, anche se ciò nessuno potrà escluderlo, in quanto la letteratura scientifica evidenzia che la seconda ondata delle pandemie è sempre stata quasi sempre ben peggiore della prima.