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Siamo soli nell’Universo? Alla ricerca della vita nel Sistema Solare

Recentissimi studi astronomici hanno indicato nelle nuvole di Venere una potenziale esistenza di microrganismi. E’ stata osservata, infatti, la presenza di un gas, la fosfina, che sulla Terra è prodotto da esseri viventi.

Ma la presenza di vita aliena nel sistema solare, oltre ovviamente che sulla Terra, è possibile anche su altri pianeti e satelliti. Vediamo quali.

Marte è il primo tra i pianeti che si pensa possa ospitare forme di vita. Il Rover Curiosity della NASA ha attraversato diversi sbuffi di metano all’interno del cratere Gale del pianeta rosso e ha determinato che le concentrazioni del gas variano su base stagionale.

Sulla Terra la stragrande maggioranza del metano nell’atmosfera è generato da organismi viventi. Inoltre, la radiazione ultravioletta del sole scompone il metano nell’aria di Marte entro poche centinaia di anni, quindi la sostanza che Curiosity ha scoperto deve essere stata emessa relativamente di recente.

Ma il metano può essere prodotto anche abioticamente, ad esempio mediante reazioni chimiche che coinvolgono acqua calda e alcuni tipi di roccia. Ed è possibile che gli sbuffi emessi dal cratere Gale siano stati causati da eruzioni di metano che è rimasto bloccato sottoterra per milioni o miliardi di anni. In breve, il metano di Marte è tutt’altro che una firma biologica convincente.

Un altro candidato è la luna di Saturno Encelado, che ospita un oceano di acqua liquida sotto il suo guscio ghiacciato. La sonda Cassini della NASA ha identificato composti organici complessi – gli elementi costitutivi della vita contenenti carbonio – nella nuvola di vapore acqueo che si diffonde dalla regione polare meridionale di Encelado.

I prodotti organici non sono una prova di vita. Le molecole sono diffuse in tutto il sistema solare; sono state trovate nei meteoriti e nelle code delle comete. Ma gli sbuffi di vapore acqueo di Encelado sono generati dai geyser che fanno esplodere materiale dal mare sotterraneo della luna nello spazio.

Quindi, le osservazioni di Cassini mostrano che i potenziali precursori chimici della vita fluttuano in questo ambiente possibilmente abitabile, che probabilmente presenta anche una fonte di energia a cui gli organismi potrebbero attingere.

Cassini ha anche individuato sostanze organiche complesse nell’aria di un altro satellite di Saturno: Titano. Gli scienziati pensano che Titano ospiti due ambienti potenzialmente vitali: un oceano sepolto di acqua liquida e mari superficiali gelidi di metano liquido ed etano.

Questi indizi stanno eccitando gli scienziati e si stanno predisponendo diverse missioni spaziali, verso Marte, Titano e Venere, tese a cercare firme biologiche e la potenziale abitabilità di questi astri. Forse già entro un decennio o poco più avremo una risposta alla domanda più grande: siamo soli nell’Universo?

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