Fine agosto 1859: i telegrafi smisero di funzionare, le aurore boreali furono visibili fino ai Caraibi e a Roma. Cosa causò tutto ciò? Una intensissima tempesta solare, nota come Evento di Carrington, dal nome dell’astronomo che per primo osservò la formazione di strane macchie solari sulla superficie del sole.
Le tempeste solari sono tempeste geomagnetiche causate dall’attività della nostra stella e che provocano la fuoriuscita di materia dalla sua corona. Il vento solare che ne deriva va a impattare contro il campo magentico terrestre provocandone delle alterazioni.
Le tempeste solari possono originarsi in qualsiasi momento, ma sono più probabili quando l’attività solare è ai massimi. Il sole attraversa dei cicli di attività più o meno intensa, di durata circa undecennale. Durante i periodi di più intensa attività (periodi di massimo solare) la frequenza e il numero di macchie solari aumenta, mentre nei periodi di minimo solare possono non comparire macchie anche per molte settimane di fila. Attualmente siamo in un periodo di minimo.
La tempesta del 1859 è stata la più intensa degli ultimi due secoli ma non l’unica. Un’altra tempesta famosa fu quella del 18 e 19 settembre del 1941, quando, in piena Seconda guerra mondiale, le comunicazioni telefoniche e le linee elettriche subirono molti disservizi, con blackout e salti di frequenza.
Più recentemente una forte tempesta solare colpì il Quebec (Canada) nel marzo del 1989, causando estesi blackout elettrici.
Nel 2012 la NASA avvertì di una possibile fortissima tempesta solare in arrivo. La tempesta ci fu, ma per fortuna non colpì la Terra. Le analisi successive indicarono infatti questo evento come simile a quello del 1859.
Tempeste minori si sono verificate spesso, ogni pochi anni statisticamente se ne può verificare una. Ma sono le tempeste più intense quelle che spaventano. Cosa succederebbe, in una società ipertecnologica come la nostra, se la Terra venisse colpita da un evento tipo quello del 1859?
La tempesta inizierebbe con un’esplosione, un brillamento solare, che alla velocità della luce farebbe arrivare sulla terra raggi X e radiazioni UV estreme, destabilizzando la ionosfera. I primi effetti sarebbero avvertibili su onde radio e GPS.
Poi sarebbe la volta di particelle energetiche, elettroni e protoni, in grado di danneggiare i satelliti. Il giorno successivo sarebbe la volta di nuvole di plasma magnetizzato, in grado di provocare blackout elettrici diffusi. Non si sarebbe in grado di fare quasi più niente, anche la fornitura d’acqua cesserebbe in quanto utilizza pompe elettriche.
I blackout potrebbero durare moltissimo, perché verrebbero danneggiate le centrali di produzione elettrica, e ci potrebbero volere anni per ripristinare il loro funzionamento. In sintesi, un evento simile a quello del 1859 sarebbe oggi devastante. E nel 2012, per fortuna, ci ha solo sfiorati.
Nel 2014 il fisico Pete Riley ha calcolato nel 12% la probabilità che una tempesta simile potesse colpire la terra entro 10 anni (cioè entro il 2024). Si tratta di una probabilità tutt’altro che modesta.
Non sappiamo di preciso quando, ma quel che è sicuro è che prima o poi un evento simile a quello di Carrington ricapiterà, e sarà meglio farsi trovare preparati.