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PANDEMIA: SUI DISAGI GIOVANILI, POLITICA AGISCA

disagio giovanile

“La pandemia ha rubato anni di vita ai più giovani, anni determinanti nel loro sviluppo. Il valore psicoeducativo del contatto tra pari, del sentirsi al sicuro, di andare a scuola, è inestimabile. Ora iniziamo a pagare il prezzo di queste privazioni” in particolare attraverso “ideazioni suicidare o comportamenti autolesivi che sono un grave problema anche a livello sociale: spesso scuole e famiglie restano disarmati di fronte a comportamenti così seri messi in atto anche da giovanissimi, si sentono sole e incapaci di agire. Il fatto che questi fenomeni avvengano in soggetti così giovani richiede un intervento immediato, cosa che però non avviene. Sono situazioni che nelle scuole non possono essere affrontate con lo psicologo che ha una funzione in quel contesto di ascolto, né si può pensare che i bisogni delle famiglie possano essere assolti con il bonus psicologo”.

Così Laura Scalfi, componente della direzione nazionale di Azione e Direttore generale CISFP G.Veronesi, in un articolo su L’Adige firmato oggi a quattro mani con lo psicologo e psicoterapeuta Michele Facci, sulle lacune della sanità trentina nella gestione e cura dei disagi giovanili. Scalfi e Facci ricordano che secondo AIFA in Italia quasi 2,6 milioni di persone assumono farmaci antidepressivi e, secondo i dati diffusi dalla Società Italiana di Psichiatria, nel nostro Paese la depressione maggiore colpisce almeno 7,5 milioni di persone. Inoltre, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il suicidio è la quarta causa di morte tra i 15 e i 29 anni. Dati che ci si aspetta siano in peggioramento a causa della pandemia e della guerra in Ucraina.

“A fronte di questi elementi, in Provincia abbiamo disperatamente bisogno di medici e di personale sanitario – e’ l’allarme lanciato da Scalfi e Facci – in particolare nell’Area Salute Mentale, i medici del CSM di Trento sono insufficienti e la situazione è già stata all’attenzione del Consiglio Provinciale e dell’Assessorato. In alcune zone della Provincia il servizio di Neuro Psichiatria Infantile o di Psicologia Clinica è presente solo parzialmente e non riesce a far fronte rapidamente ai bisogni dei territori. Ancor più grave la situazione ospedaliera a livello provinciale: la salute mentale è diritto fondamentale a cui dobbiamo dare più attenzione. Le malattie mentali si possono curare, così come tutte le altre patologie: è necessario chiedere aiuto, senza esitare, e intervenire tempestivamente a supporto dei pazienti e delle famiglie, questo è ciò che ci aspettiamo dalla politica quanto prima possibile”.

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