Torna alla ribalta Encelado, una luna di Saturno studiata a lungo dalla sonda Cassini. Nell’ottobre 2019, un team di ricercatori della Libera Università di Berlino aveva trovato tracce di composti organici semplici, contenenti ossigeno e azoto, disciolti nei ghiacci della superficie lunare e che nell’oceano caldo, posto negli abissi della luna, potrebbero produrre degli amminoacidi, i precursori delle forme di vita terrestri.
Ora, i dati raccolti dalla sonda Cassini della NASA durante 13 anni di esplorazione di Saturno e delle sue lune, sono stati utilizzate per realizzare immagini dettagliate di Encelado e per rivelarne l’attività geologica e hanno fornito una forte prova che sull’emisfero settentrionale della luna è emerso ghiaccio fresco dall’interno.
Gli scienziati hanno scoperto nel 2005 che Encelado – che a occhio nudo sembra una palla di neve bianca e altamente riflettente – spara enormi sbuffi di granelli di ghiaccio e vapore da un oceano che si trova sotto la crosta ghiacciata. La nuova mappa spettrale realizzata con lo spettrometro VIMS sia sulla lunghezza d’onda della luce visibile che dell’infrarosso, mostra che i segnali infrarossi sono chiaramente correlati a quell’attività geologica, che è facilmente visibile al polo sud.
Ma alcune delle stesse caratteristiche dell’infrarosso compaiono anche nell’emisfero settentrionale. Ciò significa che non solo l’area settentrionale è ricoperta di ghiaccio fresco, ma che lo stesso tipo di attività geologica si è verificata in entrambi gli emisferi. Il riaffioramento di ghiaccio nel nord emisfero può essere dovuto sia a getti ghiacciati sia a un movimento più graduale del ghiaccio attraverso fratture nella crosta, dal sottosuolo oceanico alla superficie.
Encelado si conferma pertanto come uno dei luoghi del sistema solare in cui andare alla ricerca della vita extra-terrestre.
Ricordiamo che al progetto Cassini, la sonda spaziale che ha terminato la sua missione nel 2017 dopo aver esaurito il carburante, ha partecipato anche l’Agenzia Spaziale Italiana.